La storica rivalità con il Chianti, la lenta avanzata dei vini del nostro meridione, l'emergente competitività dei vini dell'emisfero sud (Argentina,Cile Australia, SudAfrica)... Scegliete l'insidia che preferite, ma nessuna di queste è in grado di scalzare dal trono Sua Maestà Nebbiolo, il re dei vitigni italiani. L'incontestabile superiorità è fotografata dalla combinazione di tre fattori: un reticolo di viti di impressionante estensione, una tradizione storica che affonda le sue radici nella notte dei tempi e condizioni climatiche molto felici per l'uva da vino.
Se poi stringiamo l'obiettivo sulle Langhe, troviamo la culla più fertile del nebbiolo,ovvero i 18 comuni in provincia di Cuneo dove è stata fatta la storia, la cultura e la tradizione enologica italiana: Alba, Barolo, Castiglione faletto, Cherasco, Diano d'Alba, Dogliani, Grinzane Cavour, La Morra, Monchiero, Monforte d'Alba, Montelupo Albese, Novello, Roddi, Roddino, Rodello, Serralunga d'Alba, Sinio e Verduno. Siamo alle fonti del Barolo e del Barbaresco, vini conosciuti in tutto il mondo il cui disciplinare risale al 1926: il primo in assoluto.