Avanza l'agenda digitale, ma non quella italiana, ancora una volta ce lo chiede l'Europa con un obiettivo imposto del 95% di connessioni ad almeno 30Mbps per il 2020 e con il 50% degli utenti abbonati ad un servizio ad almeno 100Mbps.
Allora direte voi ecco la spiegazione, invece no, anzi ni.
Da buona azienda commerciale è più probabile che c'entri lo studio sulla connettività a banda larga di NL Kabal e Cable Europe, secondo il quale nel giro di 6 anni la velocità di connessione richiesta in media da parte del pubblico in Europa andrà a quintuplicare rispetto a quanto mediamente disponibile oggi.
Più nel dettaglio, per il 2020 si delinea uno scenario dove il pubblico richiederà mediamente connessioni in download a circa 165Mbit di banda, mentre quelle in upload a circa 20Mbps. La domanda per l'anno 2013 è stata di 15,3Mbit in download e 1,6Mbit in upload: la domanda di banda per i prossimi anni è quindi destinata a crescere sensibilmente, con un CAGR (Compound Annual Growth Rate) del 40,3% per il downstream e del 43,9% per l'upstream.
Lo studio prevede che per il 2020 l'abitazione media si troverà a scaricare circa 8GB di dati al giorno e ad inviarne sulla rete circa 3GB. È bene osservare che la maggior parte dei provider di connettività mobile offrono oggi un tetto massimo di 1GB o 2GB di traffico complessivo al mese.
Quindi cosa accade esattamente? Accade che Telecon Italia sta ricablando secondo uno standard più moderno il cosiddetto "ultimo miglio", in particolare nelle tratte più vecchie e in quelle più lunghe. Obbiettivo dei lavori garantire una connessione teorica tra utente e centrale a 100Mbit. Addirittura qualche fortunato utente è stato selezionato per testare il nuovo cablaggio a tele velocità.
Quando Telecom Italia avrà terminato questi lavori il sistema Italia sarà però solo a metà dell'opera, perché la parte più importante, le dorsali e le connessioni alla rete globale, sono ancora a zero, talmente a zero che nessuno ne parla ancora. Anzi, sembra quasi che non esistano, ma la censura e la strana inerzia nei riguardi delle dorsali italiane nell'agenda digitale puzzano come al solito di regalo alle banche.
No, non siamo complottisti, le dorsali sono strutture Inter-Universitarie e sappiamo che lo stato ha smesso da tempo di finanziare questi enti, quindi abbiamo un problema. È necessario ed urgente un intervento governativo per evitare che le dorsali siano acquisite dalle banche come fu acquisita a suo tempo la struttura di rete della vecchia Telecom Italia da parte della famiglia Agnelli - anche questa passata nel silenzio più assoluto.