La Williams dimostra di essere anche una buona sportiva e, coraggiosamente, risponde alle domande dei Dude Perfect. I suoi snack preferiti, rivela, sono i Jalapeño Chip. Preferisce i Toaster Strudels ai Pop Tarts, questo per la prima colazione. Se lei potesse essere il nome di un pianeta, avrebbe scelto Venere. "Ma tua sorella non ha già quel nome?" incalza il Dude Perfect. "Bene," spiega la Williams, "io non voglio essere la Terra o Mercurio". Che dire di Plutone? "Plutone tecnicamente non è più un pianeta" risponde, dimostrando di essere anche straordinariamente informata. Alla fine sceglie comunque Plutone. Si prende anche il tempo di insegnare ai ragazzi come si fà il grugnito che è la sua firma. "Devi solo cercarlo" dice. "Devi sentire che parte dalla tua anima".
#Video: Serena Williams insegna ai ragazzi di #DudePerfect qualche trucchetto da asso del #tennis
Scritto da Luigi Caruso-
dimensione font
riduci dimensione font
aumenta la dimensione del font
- Stampa
- Video
Serena Williams, attualmente la donna considerata al primo posto nel tennis, non è semplicemente una giocatrice professionista. Lei è, di sicuro, un asso del tennis in grado di sparare una palla al suo avversario con precisione e forza sconcertanti. I ragazzi di Dude Perfect, un canale YouTube molto popolare che tratta lo sport dal punto di vista dei "centri incredibili", ha recentemente dimostrato la padronanza che la Williams ha dello sport che pratica. Sette minuti di pura suggestione atletica, intervallati dalla sua ironica intervista. Una testimonianza di quanto la Williams sia incredibile. Può far esplodere un minuscolo palloncino d'acqua posizionato ovunque nel campo avversario. Può abbattere una bomboletta sulla testa di un uomo, imitando Guglielmo Tell. Può colpire un bersaglio di poco più grande della pallina e per giunta in movimento. Infine nessuno dei cinque membri della squadra di Dude Perfect può segnare un solo punto contro di lei, neanche quando sono cinque contro uno. Lei eccelle anche quando la sfida diventa paradossale, come quella di dover utilizzare una racchetta sovradimensionata per lanciare una palla da tennis in un canestro da basket.
