Alla festa annuale dei Carabinieri il generale fa il suo intervento
Finito il discorso conclude decidendo di fare alcune domande alla platea per dimostrare che in realtà i carabinieri non sono stupidi come si dice.
Scelto uno a caso gli chiede come si chiami - Il carabiniere ci pensa un po' e risponde:
"Appuntato Rossi signor generale"
Il generale allora chiede:
"Appuntato mi dica quanto fa 22+33?"
Il carabiniere dopo tanto pensare risponde:
"cinquanta?"
"Noooo appuntato, risposta errata"
La platea di carabinieri all'unisono grida allora:
"Gli dia un'altra chance, gli dia un'altra chance"
Il generale acconsente:
"Bene, allora qualcosa di più semplice, dimmi allora quanto fa 10x10?"
Il carabiniere ci pensa su e poi risponde
"venti?"
"Nooo di nuovo sbagliato" -dice indispettito il generale- ma la platea interviene nuovamente:
"Gli dia un'altra chance, gli dia un'altra chance"
"D'accordo, mi dica allora quanto fa 1+2?"
Di nuovo Rossi ci pensa su per un po' e poi risponde: "tre?"
E la platea ancora:
"Gli dia un'altra chance, gli dia un'altra chance".
“NOLI ME TANGERE”
Giotto 1303-1305
Papa Francesco ricevendo un'associazione di cattolici americani e europei, mecenati dei Musei Vaticani disse:
Le opere d'arte danno testimonianza delle aspirazioni spirituali dell'umanità, dei sublimi misteri della fede cristiana e della ricerca di quella bellezza suprema che trova la sua origine e il suo compimento in Dio.
La vittoria del Risorto sulla morte è celebrata da molti, grandi artisti. Il tema della resurrezione, tuttavia, è raramente presente nella pittura altomedievale, come pure nel corso del Duecento. In questo periodo sono invece frequentissime rappresentazioni vetero e neo testamentarie. Giudizi Universali, storie di santi. Le "Maestà" (della Madonna e del Cristo) sono invece assai numerose ed altrettanto lo sono i crocefissi lignei dove al tipo del Cristo "triumphans" succede quello più umanizzato del Cristo "patiens".
Per questo tema si deve giungere alla pittura gotica, al 1300, a Giotto. Ed è proprio Giotto, infatti, a dipingere una delle prime iconografie relative alla Resurrezione di Gesù.
Ieasika Elihle", "Heri kwa sikukuu ya Pasaka!" e "Eku odun ajinde!": così fanno gli auguri di Buona Pasqua in Africa, e per la precisione in lingua Zulù, Swahili e Yoruba. Ma in occasione della festività è bene ricordare il festival etiope di Fasika che celebra il giorno in cui Gesù Cristo è risorto dai morti dopo essere stato crocifisso. Durante la Quaresima, gli etiopi digiunano per 55 giorni. La messa della domenica di Pasqua è un evento che dura diverse ore, accompagnato da preghiere e musica. I sacerdoti sono vestiti nei loro migliori abiti e le persone indossano vestiti bianchi di cotone. Il digiuno termina per mangiare carne macellata la sera precedente e vi è un'abbondanza di tisane locali (tella e tej).