Come si conquista la felicità? Soprattutto come si mantiene?
Da Epicuro in poi (ma forse anche prima) l'uomo s'interroga circa l'arte del pensiero felice e la tecnica per trovare, custodire e preservare la felicità. La felicità è quello stato di benessere profondo e di consapevole felicità, però, è difficile da trovare e mantenere e l'uomo, per natura, pare essere più incline al pessimismo e al lamento che alla capacità di conquistare il sollievo nelle piccole cose che rendono felici giorno dopo giorno. Ecco allora cinque "trucchetti" consigliati dagli esperti per educare la mente al benessere da cui nasce la felicità.
1. Gioire per le piccole cose
"Gioisci per le piccole cose" era uno dei mantra di Madre Teresa di Calcutta capace di trovare la gioia nella povertà e la dignità anche laddove miseria e privazione avrebbero potuto abbattere anche gli animi più forti. "Si possono anche non fare grandi cose, ma piccole cose con grande amore" diceva la suora suggerendo una delle ricette della felicità più semplici e nello stesso tempo difficili da conseguire.
Seguire il suo consiglio può essere utile per tutti. E' inutile rimandare la felicità a domani accanendosi sui piccoli problemi quotidiani.
La rimozione della rabbia è l'avamposto della serenità. Bisognerebbe riuscire a non imbufalirsi se al supermercato qualcuno ci passa davanti in coda, se il tizio al semaforo non parte appena scatta il verde o se il proprio collega tira frecciatine sparlando dell'uno o dell'altra. Già imparare a sorridere delle meschinità del quotidiano è un buon aperitivo per trovare la felicità.
2. Coltivare le passioni
Soldi? Potere? Lusso? Sesso? Non sono questi gli elementi che rendono un uomo felice. E' scientificamente provato che la felicità non è direttamente proporzionale al conto in banca, anzi.
Dover gestire patrimoni ingenti, responsabilità di lavoro enormi e conseguenti carichi di potere è più fonte di stress che di felicità. Secondo i ricercatori dell'Università di Otago, in Nuova Zelanda, che hanno pubblicato uno studio sulla rivista The Journal of Positive Psychology uno degli elementi che rende l'uomo felice è l'avere hobby.
Che sia cucire all'uncinetto, andare in barca a vela, giocare a burraco o correre intorno all'isolato di casa la passione salva l'uomo dalla tristezza.
3. Non serve essere giovani per essere felici
Giovinezza e bellezza non sono necessariamente sinonimi di felicità. Spesso si tende a pensare che con i primi capelli bianchi inizi un inarrestabile declino di gioia e che sono i ragazzi possano essere "felici da morire".
E invece non è così. Secondo una ricerca della University of California San Diego School of Medicine in giovinezza la maggiore instabilità e la minore consapevolezza del proprio posto nel mondo è fonte di inquietudine e depressione.
L'apice della felicità si raggiunge dopo i 40 anni quando si smette di rincorrere il destino e si impara a giocare al gioco della vita. I semi iniziano a dare i propri frutti e in quel momento si colgono i contorni della vera felicità.
4. Non cercare fuori quello che si ha dentro
La felicità non arriva dall'esterno. Non sono le "cose" che ci rendono felici, ma il rapporto che noi riusciamo a instaurare con eventi ed elementi del quotidiano.
Una giornata di pioggia, per esempio, può essere fonte di piacere per un animo sereno che impara la bellezza del rinchiudersi nel nido o che, dopo una dura giornata di lavoro, torna a casa e si concede un bagno caldo scaccia pensieri. La stessa giornata vissuta da un animo inquieto va cancellata dal calendario e viene archiviata tra gli infiniti momenti della vita che non vale la pena ricordare. Il trucco è quello di cercare del buono anche dove è più nascosto e di attaccarsi ai pensieri felici senza timore: sono tasselli di vita che formano la serenità.
5. Riderci sopra
Una delle cause di maggiore infelicità per l'uomo moderno è l'assoluta incapacità di ridere di se stessi. L'arte dell'auto ironia è un antidoto perfetto a delusioni e depressioni passeggere.
Bisognerebbe imparare a staccarsi dal proprio corpo e guardarsi da fuori imparando a prendersi un po' in giro da soli. Al posto dei tanti musi lunghi di boriosi assertori della mediocrità contemporanea ci sarebbero facce allegre che creerebbero il perfetto sostrato per un mondo almeno un po' più felice.