L’indagine è stata condotta dall’International Planned Parenthood Federation e ha preso in esame 10 Stati dell’Unione europea (Bulgaria, Repubblica Ceca, Francia, Germania, Italia, Lituania, Paesi Bassi, Polonia, Spagna e Svezia), con l’obiettivo di offrire una panoramica internazionale sulle politiche messe in atto dai vari governi in tema di diritto alla salute sessuale e riproduttiva e libero accesso ai moderni metodi contraccettivi. In tema di salute e diritti sessuali e riproduttivi siamo quindi ancora lontani dai migliori, ma recuperiamo posizioni (quinto posto) nella graduatoria dedicata all’educazione sessuale tra i giovani.
Non male per un Paese che è tra i pochi a non avere l’educazione sessuale come materia obbligatoria nelle scuole. Questo grazie all’impegno di noi ginecologi e di insegnanti e volontari che danno il loro contributo con iniziative nelle scuole.
- sottolinea Emilio Arisi, presidente della Società di medicina italiana della contraccezione (Smic). In Italia la consapevolezza sulla disponibilità dei metodi contraccettivi moderni rimane, però, ancora molto bassa. La pillola viene scelta nell’86% dei casi per la sicurezza ma siamo lontani dai Paesi virtuosi nei dati di utilizzo: in Italia solo il 16,2% delle donne la usa regolarmente, contro il 41,5% della Francia.
Vogliamo far sapere che la contraccezione ormonale è amica della salute riproduttiva ma troppo spesso non si valorizzano i benefici della pillola, per esempio, su regolarità del ciclo, mestruazioni dolorose o abbondanti e la sindrome premestruale. I suoi punti di forza sono l’elevata sicurezza, l’alta tollerabilità, il ridottissimo impatto metabolico e la sua totale reversibilità. Tutte caratteristiche che la rendono l’alleata della salute di una donna, un metodo contraccettivo valido a tutte le età e particolarmente indicato per le giovani.
- aggiunge Valeria Dubini, vice presidente dell’Associazione ostetrici ginecologi ospedalieri italiani (Aogoi).
Secondo Nicola Surico, presidente della Sigo:
Quello relativo all’educazione sessuale è un dato molto positivo per il nostro Paese perché gratifica gli sforzi profusi in questi anni dalle associazioni dei ginecologi italiani. Con «Scegli Tu» (www.sceglitu.it) siamo al fianco delle nostre giovani con l’obiettivo di promuovere una miglior cultura sulla sessualità. Per migliorare l’accesso alla contraccezione moderna nel nostro Paese, i ginecologi dal loro congresso nazionale lanciano un programma in 5 punti. Sono 5 priorità che vogliamo mettere in pratica con il sostegno e il coinvolgimento delle istituzioni. Perfezionare la formazione degli specialisti, già a partire dalle università; introdurre l’educazione sessuale come materia obbligatoria nelle scuole; migliorare la situazione qualitativa e quantitativa dei nostri consultori; condividere un’agenda della Salute per accompagnare le donne nelle diverse età della vita riproduttiva; migliorare l’assistenza post-partum e proseguire sulla strada intrapresa con il calo delle interruzioni volontarie di gravidanza.
La contraccezione intrauterina è usata da più di 160 milioni di donne nel mondo e rappresenta la via di somministrazione più diffusa al mondo. Ma se in Europa è utilizzata dal 15% delle donne, nel nostro Paese la percentuale di impiego è soltanto del 3-5% tra le donne in età fertile. In particolare, i contraccettivi intrauterini più innovativi, con rilascio locale di una bassa dose di progestinico, garantiscono un’efficacia reale del 99,9% e sono una soluzione molto pratica, perché non servono calcoli né sforzi mnemonici. Inoltre presentano il vantaggio di non interferire con la sessualità.