I dati evidenziano che a fronte di un trend positivo per l'accesso a tutte le tecniche di Pma, con tutti gli indicatori disponibili (aumentano le coppie trattate, i cicli iniziati e le gravidanze ottenute), per la prima volta dall'entrata in vigore della legge 40 diminuisce complessivamente il numero dei bambini nati vivi: sono 11933 nel 2011, erano 12506 l'anno precedente, in costante aumento dal 2005. In particolare il calo si è registrato per le tecniche "a fresco" di secondo e terzo livello, quelle in cui non vengono utilizzati gameti e/o embrioni già crioconservati. Rispetto al 2010, nonostante un incremento dei cicli del 6.5% si registra in questo caso anche un calo delle percentuali di gravidanze (-1.4%) insieme a una diminuzione consistente dei bambini nati vivi (-5.9% corrispondente a 552 nati in meno).
La diminuzione delle percentuali di gravidanza è maggiore per le donne più giovani. È in diminuzione il ricorso alla tecnica di scongelamento degli ovociti e in aumento quella relativa agli embrioni. Aumenta il numero di embrioni crioconservati: sono 18.798 nel 2011, erano 16.280 nel 2010, 7337 nel 2009 e 763 nel 2008 (periodo antecedente alla modifica della legge 40 mediante la sentenza della Corte Costituzionale che ha abolito il numero massimo di tre embrioni da trasferirsi in un unico e contemporaneo impianto). Aumenta l'età media delle donne che si sottopongono a questi trattamenti: 36.5 anni nel 2011, 36.3 nel 2010. Il 30.5% dei cicli a fresco è su donne con 40 o più anni. Diminuiscono invece, si legge nella relazione, i parti trigemini (1.4%), attestandosi sui valori di media europea (1.0%) con una consistente variabilità fra i centri. Sensibilmente inferiore alla media europea la percentuale di complicanze per iperstimolazione ovarica. In merito alla diminuzione di gravidanze e nati il Ministero "intende esaminare i dati già disponibili riferiti ai singoli centri Pma per verificare più analiticamente gli andamenti nazionali e poter avviare poi le iniziative più opportune per garantire alle coppie e in particolare alle donne che accedono alla Pma, la massima trasparenza delle informazioni disponibili insieme alla massima appropriatezza degli interventi offerti.