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Venerdì, 08 Febbraio 2013 01:00

Separazione e divorzio: Le linee guida per i bambini

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Separazione e divorzio: Le linee guida per i bambini

I bambini che vivono i cambiamenti legati alla separazione dei genitori hanno diritto a essere ascoltati. E la loro voce deve essere raccolta con cura e attenzione. Per questo, l'Ordine degli Psicologi del Lazio ha redatto le «Linee guida per l'ascolto del minore in separazioni e divorzi» presentate recentemente a Roma durante una tavola rotonda. Il tema è di grande attualità visto il continuo aumento di casi. L'Istat ne ha registrati, nel corso del 2010, più di 140mila: quasi il doppio rispetto al 1995, e senza contare le coppie di fatto. Il 43% ha riguardato matrimoni con figli anche molto piccoli.

QUANDO SERVE L'AUDIZIONE

Se c'è di mezzo un bambino, il giudice ha il dovere di assicurarsi che vengano individuate le soluzioni migliori rispetto al suo affidamento e mantenimento. I genitori, normalmente, si accordano: presso il Tribunale Ordinario di Roma, ad esempio, l'85% delle separazioni è consensuale, mentre il 15% è di tipo giudiziario.

Solamente in queste ultime, e solo nel caso ci sia un conflitto tra madre e padre riguardo allo svolgimento delle funzioni genitoriali, può essere necessario ascoltare il minore.

- precisa Marisa Malagoli Togliatti, professore ordinario presso la facoltà di Medicina e psicologia dell'Università La Sapienza di Roma, che ha coordinato la redazione delle "Linee guida" e curato il libro «Bambini in tribunale» (2011, Raffaello Cortina Editore).

AFFIDO CONDIVISO

La problematica dell'ascolto è emersa soprattutto con l'introduzione della legge n° 54 del 2006 sull'affido condiviso.

- dice l'esperta. La norma stabilisce che il figlio ha diritto ad avere rapporti continuativi ed equilibrati con madre e padre e con i nuclei familiari. Questa legge costituisce un grande cambiamento rispetto al passato, quando i minori venivano affidati quasi sempre a un unico genitore. Ora, invece, tranne in rari casi, entrambi mantengono la potestà genitoriale e hanno pari responsabilità nell'educazione, istruzione e cura degli interessi del bambino. Talvolta, però, possono nascere contrasti anche seri sui metodi educativi da adottare, sulla sua sistemazione e sui tempi di permanenza presso madre o padre. Può capitare, allora, che il figlio si trovi invischiato tra reciproche accuse di inadeguatezza nello svolgimento dei ruoli.

MODALITÀ DI ASCOLTO

È soprattutto nei casi di grave conflittualità familiare che è indispensabile ascoltare il minore.

In base all'età, l'indagine si svolge con modalità diverse che vanno dalla semplice osservazione, attraverso sedute di gioco con entrambi i genitori, al colloquio vero e proprio. Se il bambino ha compiuto dodici anni, in genere, viene sentito direttamente dal giudice. Altrimenti da uno psicologo incaricato, in quanto va accertata la sua capacità di discernimento (la facoltà di giudicare, valutare e distinguere correttamente). Questo esperto, in qualità di consulente tecnico di ufficio, deve avere una grande esperienza e seguire alcune procedure ad hoc per dare voce alle inclinazioni e al vissuto del piccolo, tenendo conto della personalità dei genitori e dell'ambiente familiare in cui è cresciuto. Il colloquio deve rispettare alcune regole: il minore deve sapere che chi lo ascolta riferirà al giudice le sue opinioni e che questi le valuterà con grande attenzione, ma poi deciderà anche in base alle considerazioni di mamma e papà.

Sia nel caso di un ascolto diretto (da parte del giudice) che indiretto (da parte dello psicologo), deve essere accolto in un luogo adatto, messo a proprio agio, senza subire lunghe attese.

È fondamentale che l'esperto utilizzi un linguaggio semplice e non lo faccia sentire responsabile della conflittualità tra madre e padre o delle preferenze che potrà esprimere riguardo all'organizzazione futura della sua vita.

In genere, comunque, la migliore rassicurazione per il bambino è sapere che potrà continuare ad avere rapporti con entrambi i genitori.

- dice Marisa Malagoli Togliatti.

VANTAGGI

Ma è positivo per il figlio "partecipare" ai procedimenti di separazione di mamma e papà? Sì, secondo Maria Lori Zaccaria, presidente dell'Ordine degli Psicologi della Regione Lazio. Se è consapevole dei cambiamenti che stanno avvenendo attorno a lui, può essere coinvolto in modo costruttivo e adattarsi meglio alla riorganizzazione dei rapporti familiari.

Numerosi studi in campo psicologico evidenziano che così si accresce il suo senso di autostima e di controllo sulla propria vita. Si evita, inoltre, che si senta colpevole della separazione dei genitori o che coltivi inutili speranze di riconciliazione.

Che il bambino abbia uno spazio di ascolto di fronte al giudice è positivo quando il colloquio viene affrontato in maniera competente e rispettosa del suo status di minore.

- afferma Alberto Pellai, medico e psicoterapeuta dell'età evolutiva e autore del libro «Vi lasciate o mi lasciate. Come spiegare a un figlio la separazione dei genitori» (2009, Edizioni Erickson).

ERRORI DA EVITARE

Ma come scongiurare conflitti dannosi e tutelare la serenità del bambino? Innanzitutto prestando attenzione agli atteggiamenti nocivi. Frasi che mettono il piccolo al centro della separazione, ad esempio "lo faccio per te" o "mi devo preoccupare del tuo futuro", non vanno mai pronunciate, spiega l'esperto: inducono a pensare che se si compiono scelte dolorose è a causa sua, come se per salvaguardarlo si fosse costretti a mettere fine al matrimonio. È bene evitare anche di "svalutare" l'altro genitore o sottolineare i suoi errori di fronte al figlio. Se si hanno idee diverse, ad esempio per quanto riguarda l'educazione o l'istruzione, bisogna vedersela tra adulti quando egli è assente. Inutile dire che usarlo come una sorta di "detective" per ottenere informazioni sull'ex partner è sbagliato. Il piccolo non deve mai trovarsi a raccontare cosa fa, pensa o dice l'altro genitore.

GENITORI IN TEAM

L'impresa "impossibile" che madre e padre dovrebbero tentare quando si separano, spiega l'esperto, è rimanere coppia genitoriale senza essere coppia affettiva. In un momento così critico, bisogna cercare empatia col figlio. Egli fatica a immaginare come sarà il suo futuro e ha mille dubbi: dove dormirà? Chi lo porterà a scuola? Vedrà ancora i suoi amici? Ma si può fare molto per rassicurarlo.

La cosa migliore è continuare a essere genitori in team, anche se si considera irrisolvibile il conflitto coniugale. Il bambino deve sentire che mamma e papà si lasciano ma non lo lasciano, che hanno dei progetti per lui.

- spiega Alberto Pellai. L'ideale, per tranquillizzarlo, sarebbe garantirgli una continuità di abitudini.

Il piccolo, ad esempio, potrebbe dormire in letti diversi ma avere le stesse lenzuola. Fare colazione in case differenti ma avere il medesimo biscotto.

- spiega Alberto Pellai. Più i genitori costruiscono una regolarità, anche se in abitazioni diverse, più il bambino riuscirà a far fronte al senso d'imprevedibile che lo destabilizza.

AIUTARE I BAMBINI

Un altro aspetto fondamentale è quello legato ai sentimenti. Le emozioni che un figlio prova quando i genitori si separano sono difficili da gestire: la tristezza, l'incertezza per il futuro, la confusione per ciò che sente dire da parenti e amici. Inoltre, la vergogna per gli occhi che gli si posano addosso e il senso di colpa per le responsabilità che gli vengono imputate. Infine la rabbia, perché tutto gli appare ingiusto e /in molti casi/ è costretto a rimanere in silenzio.

La frustrazione può renderlo allora aggressivo e violento. Come aiutarlo a tirar fuori ciò che prova? L'importante è mantenere un atteggiamento disponibile che permetta al bambino di condividere le sue emozioni. Può essere utile, allora, leggere insieme un libro che tratti l'argomento: veder riflessi i propri problemi nella storia di un altro aiuta ad aprirsi.

Anche scrivere delle lettere e fare dei disegni sono modi per invitare il bambino a raccontarsi, facendogli capire che lo si comprende e gli si è vicini. Non ultimo, possono essere di sostegno i «Gruppi di Parola» (www.gruppidiparola.it), nati per aiutare i figli di genitori separati a superare il momento critico.

Letto 2677 volte Ultima modifica il Venerdì, 08 Febbraio 2013 06:04
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