In cima alla top-ten dell'andamento dei gusti alimentari dell'Institute of Food technology (IFT) di Chicago che riunisce scienziati e industrie di più di 100 paesi, pubblicata in questi giorni su Food Technology, ci sono i sapori "audaci", si legge nella nota stampa dell'IFT allegata alla corposa sintesi.
Il consumo di cibi piccanti, affumicati, salati, alle erbe, marinati, acerbi e amari è quasi raddoppiato negli ultimi tre anni e un consumatore su 10 cucina a casa quello che ha sperimentato nei ristoranti. Il 73 % dei consumatori dichiara che le proprie finanze saranno destinate a calare nel corso dell'anno e prosegue per il 5 anno di fila il taglio delle presenze nei ristoranti.
Hanno meno appeal i cibi etnici, ora ci si nutre global, mescolando sapori ed esperienze.
Al secondo posto si piazzano i cibi "salutari" che per 9 consumatori su 10 corrispondono a quelli freschi. L'80% cerca la dicitura fresco sulle etichette dei cibi venduti al supermercato, il 45% cerca la stessa precisazione sui menù dei ristoranti.
I cibi sono salutari anche se "fatti in casa", artigianali, autentici, stagionali, non congelati. Per la carne equivale ad allevamenti che rispettano gli animali, quindi ruspanti, allevati non in gabbia e nutriti solo con erba.
Gradite le produzioni locali, i ristoranti-orti, i farmers-markets.
Al terzo posto la nuova generazione di cuochi in erba. La generazione Y (detta anche millenials, identifica i nati dopo gli anni '80) cucina a casa più di quanto non facessero i loro genitori alla loro età e il 44% preferisce farlo con cibi freschi.
In evidente aumento il numero di adulti e di bambini che mangiano sempre più spesso da soli o con i fratelli. Un genitore su 5 acquista pasti freschi o congelati pronti per bambini di età inferiore ai 12 anni e uno su 10 per i figli adolescenti. Nella top-ten rientrano i cibi pronti monoporzione e nei ristoranti spuntano le porzioni da "un morso", aumentate dell'8% in tre anni.
Nella classifica anche i cibi "da viaggio", mini porzioni dolci o salate preferite dal 45% dei consumatori.
Aumenta inoltre l'attenzione per i cibi "sicuri" e "trasparenti" per 8 consumatori su 10. Il 51% teme le contaminazioni batteriche e chimiche, il 49% non si fida dei cibi importati, il 47% ha timore per i pesticidi, il 30% per gli antibiotici e per il 25% teme la presenza di allergeni. In nome della trasparenza il 22 % dei consumatori vorrebbe più informazioni sulle calorie di ciò che mangia al ristorante.
Il 78% è attento al contenuto in vitamine dei cibi che compra e alle indicazioni nutrizionali. Rientrano nella top-ten i cibi che contengono le vitamine D, C, A, E e B, con omega 3 ed antiossidanti.
Incluse nella classifica le scelte delle mamme: attente alle informazioni nutrizionali sulle porzioni dei cibi che comprano per la famiglia, scelgono organico e senza ogm e vorrebbero far consumare ai propri figli cibi salutari anche quando non sono a casa.