Nel solo anno 2012 è stato installato quanto presente in Italia alla fine del 2010: oltre 148.000 impianti per una potenza addizionale di 3.646 MW. Almeno un impianto è presente nel 97% dei comuni italiani (era l'11% nel 2006) ed il 96% degli impianti esistenti è collegato in bassa tensione con una taglia media di 11 kW.
Il meccanismo del conto energia ha rappresentato il motore di questa crescita. I 475.851 impianti che ne usufruiscono hanno contribuito al 96% della produzione fotovoltaica dell'anno e ricevuto un incentivo dal Gse di circa 6 miliardi di euro nel solo 2012.
– sottolinea il GSE (incentivi provenienti dagli aumenti sulle bollette e non dallo stato ndr).
Per quanto riguarda il futuro del fotovoltaico, la Strategia Energetica Nazionale prevede che fino al 2020 la potenza aggiuntiva installata risulterà pari a circa 1.000 MW l'anno.
Il Rapporto statistico 2012 riporta una breve descrizione della tecnologia fotovoltaica, la disponibilità nell'anno della fonte solare, lo stato del parco fotovoltaico (numero e potenza). Seguono i dati di produzione, le ore di utilizzazione, gli incentivi e i servizi erogati dal GSE a favore degli impianti fotovoltaici. Confronti internazionali illustrano infine la situazione nei principali Paesi europei per incentivo preminente e lo stato del fotovoltaico a fine 2011 nei Paesi del mondo più attivi. Mappe, grafici e tabelle aiutano il lettore a comprendere i fenomeni descritti. Nella pubblicazione sono forniti i dati puntuali sullo sviluppo del fotovoltaico a livello regionale e provinciale.
Ma non è solo questione di fotovoltaico ci sono anche le pale eoliche e la realtà è ancora più complessa. In Italia ci sono, secondo il Gse, più di 5.300 impianti. Il punto è che il governo ha disperato bisogno di quattrini. E da mesi al ministero delle Finanze, ma anche allo Sviluppo economico e all'Ambiente, giace un progetto per tosare (fiscalmente si intende) il settore.
Il sistema di incentivazione delle rinnovabili sembra a prima vista indolore, ma di fatto contribuisce ad aumentare il costo in bolletta dell'energia elettrica. Si pensa ora di eliminare la detrazione degli interessi passivi che gli installatori pagano alle banche per il debito contratto per costruire l'impianto.
Dal punto di vista macroeconomico si tratta di una tassa in più: gonfio il reddito netto fiscale, non permettendo ai soggetti economici di detrarsi i propri costi per finanziamenti e leasing. Dal punto di vista dei consumatori poco cambia: il prezzo esorbitante dell'energia in Italia, in parte derivante proprio dagli incentivi di cui godono i produttori, resterà in bolletta. Stato grasso e cittadini a stecchetto. La solita storia.