Secondo uno studio dei National Institutes of Health di Fogarty (Usa) pubblicato sul Journal of Infectious Diseases toccarsi la faccia con le mani è infatti il modo più facile per infettarsi e beccarsi l'influenza. La seconda una verità che emerge da uno studio dell'università dell'Arizona ancora non pubblicato ma i cui risultati preliminari sono stati resi noti in comunicato.
I ricercatori hanno coinvolto 80 volontari di un ufficio del campus, spruzzando a tutti delle goccioline d'acqua sulle mani una volta arrivati al lavoro. Solo una persona invece veniva spruzzata con una soluzione contenente un virus sintetico una volta simile a quello del raffreddore, una volta simile a quello dell'influenza e una volta che imitava un virus intestinale. Il risultato è stato che entro quattro ore metà delle superfici comuni, dalle maniglie delle porte alla fotocopiatrice, erano infette:
Siamo stati stupiti dalla velocità di diffusione soprattutto perché il test è stato condotto in un'area dove ognuno aveva il suo spazio personale.
- spiega Kelly Reinolds, l'autore principale.
Una rilevazione fatta alla fine della giornata ha rivelato che i virus del raffreddore e dell'influenza, che hanno un tempo di vita abbastanza breve, erano spariti, mentre quello intestinale aveva coperto ormai il 70% degli spazi comuni:
Anche se dopo diverse ore i virus sono spariti, la probabilità di essere contagiati da uno dei tre microrganismi è tra il 40 e il 70% bastano però pochi interventi, come istruire gli impiegati su come lavarsi le mani o fornire salviettine disinfettanti gratuite per farla scendere sotto il 10%.
- conclude l'esperta.
LAVARE LE MANI
Si tratta di mille piccole toccatine, soprattutto vicino alle labbra, che istintivamente facciamo senza nemmeno rendercene conto, agevolate anche dal fatto che in inverno portiamo più spesso le mani al volto per soffiarci il naso o anche solo perché tendiamo a strofinarcelo, infastiditi dalla sensazione di prurito dell'edema nasale infiammatorio da raffreddamento che poi tende a colare nel solco naso-labiale. I maggiori veicoli d'infezione sono i mezzi pubblici: confrontando 249 passeggeri scelti a caso e seguiti a loro insaputa nelle metropolitane di Florianopolis (Brasile) e Washington (Usa), i ricercatori hanno verificato che si toccavano con le mani bocca, naso, occhi con una frequenza di 3,3 e 3,6 sfregatine l'ora, rispettivamente. Per evitare problemi ci si dovrebbe lavare sempre le mani, ma con una tale frequenza che adottare una tale prevenzione diventa impossibile in aree pubbliche spesso sguarnite di servizi igienici, tali solo di nome.
I CONSIGLI
Gli stessi autori convengono sul fatto che contrastare sistematicamente una possibile infezione dopo ogni viaggio in autobus o nel metrò col lavaggio delle mani è inverosimile, sottolineando piuttosto la mancanza generale di una coscienza dei rischi di autocontaminazione che la gente non ha ancora sviluppato. Non si tratta, infatti, di lavarsi ossessivamente dopo ogni viaggio, quanto piuttosto di ricordarsene in seguito prima di mangiare un panino o una brioche al bar, pensando che le mani devono essere pulite anche solo per stropicciarsi il naso o un occhio, se non si vuol rischiare di autotrasmettersi i virus influenzali che abbiamo raccolto poco prima sulle maniglie dell'autobus. E allora, almeno in inverno, stagione in cui più spesso ci si tocca la faccia, quale miglior prevenzione di quella di usare i guanti quando si frequentano luoghi pubblici? A patto, però, di toglierli se ci stropicciamo occhi e naso o quando andiamo al bar per un cappuccino e brioche. E chi vuole esagerare, le mani può lavarsele lo stesso.