È quanto rivela il quotidiano britannico «Independente on Sunday» sottolineando come la cosiddetta carne sintetica potrà rispondere alle crescenti richieste di carne delle popolazioni in via di sviluppo (basti pensare alla domanda crescente in Cina), al momento soddisfatti dagli allevamenti di bestiame che hanno un impatto estremamente pesante sul clima. Ogni chilo di carne tradizionale richiede tra 4 e 10 chili di mangimi, che a loro volta richiedono acqua, fertilizzanti e pesticidi per essere prodotti, oltre ai carburanti per trattori e macchine agricole. Per dare un'idea al momento il 30% della superficie terrestre coltivata è impiegata per ottenere mangimi per animali e solo il 4% per colture vegetali per il diretto consumo umano.
La carne 'sintetica' /invece/ richiede il 99% in meno della terra di quella usata per alimentare il bestiame, tra l'82 ed il 96% di acqua in meno, e genera tra il 78 ed il 95% di gas serra in meno: basti pensare che il metano che si sviluppa naturalmente nei processi digestivi dei bovini è 20 volte più dannoso dell'anidride carbonica dei motori a scoppio e di ogni processo di combustione. Il bestiame allevato tradizionalmente secondo una ricerca dell'università di Oxford produce anzi più gas serra di tutto l'intero sistema di trasporti mondiale. In particolare genera il 39% del metano, il 5% di anidride carbonica e il 40% dell'ossido di azoto.
La /al momento costosissima/ 'polpetta sintetica' è formata da 3.000 strisce di carne sintetica, ognuna grande quanto un chicco di riso, sviluppate dalle staminali di un bovino e coltivate in vitro in laboratorio. In teoria /riferisce Mark Post/ l'autore dello studio studio dell'università olandese di Maastrichet, ritiene che con le staminali (le cellule indistinte allo stato primitive che potenzialmente possono trasformarsi in ogni tipo di tessuto) di una sola mucca (o maiale, o pollo o agnello) si può avere milioni di volte più carne di quella ottenibile da un singolo capo di bestiame. E questo tra i prossimi 5/10 anni. La dimostrazione e/o degustazione culinaria dell'anteprima mondiale della carne sintetica è prevista per la prossima settimana in un esclusivo ristorante nel west end londinese.
Tre italiani su quattro (73 per cento) però non mangerebbero l'hamburger in provetta nemmeno se cucinato da uno chef di fama, afferma la Coldiretti. Sulla base dell'ultima indagine Eurobarometro che evidenzia una diffusa preoccupazione degli italiani nei confronti dell'applicazione di nuove tecnologie ai prodotti alimentari che hanno portato per ultimo alla produzione di carne artificiale in laboratorio. Alle forti perplessità di natura etica si aggiungono /sottolinea la Coldiretti/ quelle di carattere economico. La possibilità di degustare il prodotto ottenuto in laboratorio /riferisce la Coldiretti/ non contribuisce certamente ad aumentare l'attrattività del piatto. La realtà è che nonostante il rincorrersi di notizie miracolistiche sugli effetti benefici delle nuove modificazioni genetiche effettuate su animali e vegetali in laboratorio (dal super salmone ad accrescimento rapido al riso ipervitaminico fino al latte materno da mucche transgeniche) rimane elevato il livello di scetticismo dei cittadini.
Per questo, come hanno dimostrato le esperienze del passato a partire dalla mucca pazza (Bse), le innovazioni in un settore come quello alimentare, particolarmente esposto ai rischi per la salute, devono percorrere /conclude la Coldiretti/ la strada della naturalità e della sicurezza.