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Giovedì, 16 Maggio 2013 02:00

Clima: previsto declino per due terzi delle piante e meta' delle specie animali

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Clima: previsto declino per due terzi delle piante e meta' delle specie animali

Almeno due terzi delle piante comuni e la meta' delle specie animali potrebbero subire un grave declino in questo secolo per colpa dei cambiamenti climatici. Da qui al 2080 l'Africa subsahariana, l'America centrale, l'Amazzonia e l'Australia potrebbero perdere la maggior parte delle loro specie di piante e animali. Una notevole perdita di piante è prevista anche per Nord Africa, Asia Centrale e Europa sud-occidentale. Ad andare incontro ai rischi maggiori sono piante, rettili e anfibi.

Questi sono gli scenari previsti dallo studio della University of East Anglia pubblicato su Nature Climate Change che ha studiato la sorte di circa 50mila specie animali e vegetali di fronte al restringimento dei range climatico-geografici: ciò significa che a causa del riscaldamento globale i loro habitat potrebbero assottigliarsi ovunque, con conseguente declino della biodiversità.

I cambiamenti climatici hanno già letteralmente spostato i poli geografici di diversi centimetri, un effetto che potrebbe accentuarsi nel futuro man mano che la calotta di ghiaccio si scioglie. Lo afferma uno studio dell'università di Austin, in Texas, pubblicato dalla rivista Geophysical Research Letters.

Il polo Nord, spiegano gli autori, fino al 2005 si è mosso verso sudest verso le coste del Labrador al ritmo di circa due milliarcosecondi l'anno, circa sei centimetri. Tramite le misure del satellite Grace della Nasa però è stato possibile osservare uno spostamento di traiettoria unito ad un aumento della velocità, per cui ora il polo di muove verso est al ritmo di più di sette milliarcosecondi l'anno. Un cambiamento simile si è osservato anche per il polo Sud, e i calcoli hanno mostrato che lo scioglimento dei ghiacci unito all'innalzamento delle acque conseguente sono responsabili del 90% del fenomeno.

"Si tratta di grandi cambiamenti, l'osservazione può essere usata "al contrario". Partendo dallo spostamento dei poli è possibile risalire ad una misura della perdita di ghiacci con molta più precisione.

sottolinea al sito di Scientific American Jianli Chen, uno degli autori.

Letto 2141 volte Ultima modifica il Mercoledì, 15 Maggio 2013 18:19
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