Il Cappuccino e il ladro
Un cappuccino questuante ritornava al convento con la sua bisaccia ben guarnita sulle sue spalle, quando, attraversando un bosco, viene fermato da un malfattore, il quale, puntandogli la pistola alla gola, gli intima di darli la borsa pena la vita.
Il povero monaco si rassegna e cede la bisaccia contenente un centinaio di euro con pane e salumi frutto dell'elemosina.
Terminata l'operazione il ladro fa per allontanarsi, ma il cappuccino lo richiama e gli dice:
"Giacché siete stato abbastanza umano per lasciarmi la vita, fatemi un servizio: quando io rientrerò in convento senza la bisaccia e senza soldi non mi crederanno facilmente; tirate allora una pistolettata nella mia tonaca, così avrò un segno importante per dimostrare la verità del fatto"
"Volentieri, - risponde il ladro - stendete la vostra tonaca"
Il colpo parte.
"Non si vede quasi nessun segno!" dice il religioso.
"E' perché la pistola è carica a polvere" risponde il bandito.
"Ne avrete allora qualche altra caricata a pallottole allora!" replica il questuante.
"No! Veramente volevo solo spaventarvi"
"Ah! Furfante! - grida il cappuccino - ora perciò siamo ad armi pari: a noi dunque"
E si avventa al collo del ladro. Siccome il nostro monaco e grande e vigoroso, in men che non si dica, lo atterra facilmente e si riprende la sua bisaccia con i soldi e quant'altro, dopo averlo riempito con una buona dose di botte.