Erratico
Aggettivo.
Etimologia
Dal latino: erraticus derivato del verbo "errare" vagare.
Significato
- Erratica si dice di pianta o erba che si trova nata spontanea che non appartiene per propria natura al terreno sul quale si ritrova, ma vi è stata trasportata dal vento o altro.
- Erratico è anche di materiale trasportato dai ghiacciai in un luogo lontano da quello di origine: massi erratici.
- Più in generale erratico si dice di qualcosa che cambia posto in modo disordinato, incostante. Che si sposta ora in una direzione ora in un'altra, senza un palese punto di riferimento.
Della stessa radice
- Errante si dice di qualcosa che è destinato a cambiare posto, quasi senza soluzione di continuità: ebreo errante, cavaliere errante, castello errante di Howl.
- In geografia fisica, laghi (o paludi) erranti, sono bacini lacustri tipici dei terreni mobili, che possono subire graduali spostamenti, per ragioni idrologiche o per l'azione del vento.
- In zoologia, anellidi erranti (latino scientifico Errantia), sottoclasse di anellidi policheti che conducono vita libera, prevalentemente marina, caratterizzati dall'avere i segmenti del corpo tutti simili, salvo quelli delle estremità cefalica e terminale.
- Più in generale errante è ciò che erra, che va qua e là (anche con valore di vero e proprio participio): le fiere erranti nelle selve; quindi nomade, senza fissa dimora: Canto notturno di un pastore errante dell'Asia (Leopardi); stelle erranti, i pianeti (contrapposti alle stelle fisse).
- In senso figurato errante è detto dell'occhio, della mente, del pensiero: Brilla nel guardo errante Di chi sperando muor (Manzoni); Ove l'errante fantasia mi porta (Foscolo). Mi guardava con pensiero errante.
- Errante anche nel suo significato di ciò che si scosta dalla via retta o dalla verità; che è o vive nell'errore: contro al mondo errante (Dante).
Sinonimi
Errabondo, errante, girovago, ramingo, vagabondo, vagante.
Contrari
Sedentario, stanziale, fisso, residente.