Abbiamo già spiegato in precedenza come in tempo di crisi, le aziende "tecnologiche" impongano una forte accelerazione sulla uscita delle novità. Anche se siamo ancora nella fase embrionale: a parte prodotti di specialisti come Pebble e Emopulse (nella foto di apertura), prevediamo un nuovo boom nel settore.
Finora i prodotti più significativi sono stati i Google Glass (nella foto qui sopra) e il Galaxy Gear di Samsung, che non a caso fanno capo a categorie anche fisicamente molto diverse. Nel primo caso -i Google Glass si portano come occhiali- si parla di "Headset", nel secondo si parla invece di "Smart Watch", ovvero dispositivi da polso. Una tipologia, quest'ultima, in cui sarebbe in fase avanzata anche Apple, con un fantomatico "iWatch", di cui si è già scritto moltissimo anche se Apple non ha mai dato conferme ufficiali.
Ma quale potrebbero essere i confini raggiungibili da questi prodotti? Per rispondere a questa domanda possiamo tranquillamente fare riferimento alla cinematografia che tratta dei Cyborg.
La questione più complessa attualmente sperimentata sembra essere quella relativa alle self-tracking wearable technologies, quei dispositivi connessi al monitoraggio dello stile di vita e -più in generale- della salute degli utenti, dal semplice battito cardiaco (Runtastic) alla misura continua della glicemia (come per le Smart Lens nella foto qui sopra), con la conseguenza che molti dei dati raccolti potrebbero essere anche dati sensibili che richiedono l'adozione di ulteriori cautele rispetto ai comuni dati personali.