Attenzione ad esempio a chi soffre di morbo di Crohn sopratutto in fase acuta, di colite e sopratutto rettocolite ulcerosa, chi è affetto da malattia diverticolare -per la presenza dei semini- e chi ha patologie che impongono una dieta priva di fibre.
Il principale imputato nella comparsa di fenomeni allergici -che spaziano da sintomi di irritazione della bocca e della gola sino a gravi reazioni anafilattiche- è una proteina, l'enzima actinidina. La stessa sostanza viene utilizzata -al pari della papaina e della bromelina- per intenerire i cibi ricchi di proteine e connettivo come alcuni tagli di carne. Non sorprende, quindi, che le persone allergiche a lattice, banane, papaya o ananas siano spesso allergiche anche al kiwi.
Va comunque ricordato che la sensazione di prurito e bruciore del cavo orale dopo l'ingestione del kiwi potrebbe essere legata anche a fenomeni NON allergici: il frutto è infatti ricco di cristalli aghiformi di ossalato di calcio, che possono irritare per attrito la mucosa del cavo orale.
Per il forte contenuto di vitamina C non superare tre kiwi al giorno in persone con condizioni come la cirrosi, la gotta, acidosi tubulare renale o emoglobinuria parossistica notturna. Inoltre una buona quantità di vitamina C può aumentare gli effetti avversi associati all'assunzione di paracetamolo (Tachipirina) o antiacidi contenenti alluminio come idrossido di alluminio, può aumentare i livelli nel sangue e gli effetti avversi dell'aspirina.
Per il contenuto di potassio e sodio tre kiwi al giorno possono interferire con l'uso di farmaci per la pressione; Per i contenuti di arginina possono interferire con l'aspirinnetta e gli altri anticoagulanti; Per il contenuto di potassio, sodio e magnesio non sono indicati in caso di patologie dei reni e calcoli sopratutto in pazienti con insufficienza renale o sottoposti a dialisi. Si consiglia cautela durante l’assunzione di farmaci che possono danneggiare i reni a causa di un aumentato rischio.
Il kiwi, infine, è inserito nella lista degli alimenti tipicamente ritenuti lassativi; tale effetto, variabile da persona a persona, è da attribuirsi in parte alla buona presenza di fibra solubile ed in parte all'effetto osmotico esercitato dagli zuccheri semplici nel lumen intestinale, l'effetto è maggiore se sono più maturi.