Il sorriso arcaico
Ma quello che a noi appare come un sorriso è in realtà un'ingenua soluzione tecnica per raffigurare su di un unico piano la curvatura delle labbra che richiederebbe, invece, l'utilizzo di piani diversi. La statua, il bassorilievo, il vaso sono pensati ed eseguiti per una visione frontale; all'artista pur ricco di vivace fantasia e creatività nonché di abilità manuale nell'utilizzare gli strumenti atti a tradurla in immagine visiva, manca tuttavia la prospettiva spaziale. Per chi si chiedesse se tale interpretazione è davvero quella corretta e non si tratti invece di una precisa scelta degli artisti, la prova a sostegno viene dal fatto che anche gli occhi sono scolpiti o dipinti allo stesso modo: difficile credere che i Greci volessero raffigurare i loro dei e i loro eroi con gli occhi a mandorla, della cui reale esistenza in altri tipi etnici verosimilmente non avevano alcuna notizia. E tuttavia è innegabile che, al di là della spiegazione tecnica, il "sorriso arcaico" sconfina in una sfera estranea alla tecnica: le figure sorridono da un loro mondo ieratico, arcano, la cui realtà è nota a loro ma infinitamente lontana, non accessibile all'osservatore ancorato al mondo concreto dell'esperienza.