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Martedì, 16 Marzo 2010 04:00

L'accidia: il male di questi tempi #Pensieri

Scritto da  Cecilia Falchi
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Il poeta nella cella, scamiciato, malaticcio spingendo un manoscritto sotto il piede convulso, squadra con uno sguardo che il terrore infiamma la scala vertiginosa in cui s'inabissa la sua animaTasso in prigione - dipinto olio su tela di Eugene Delacroix - 1839

Per fortuna che i peccati capitali sono solo 7 sennò vai a capire quanto tempo ci sbarberei un giorno in Purgatorio prima di essere ammessa all'Olimpo dei vestiti di bianco in Paradiso e anche lì è tutto in forse perchè alla prima riunione indetta per inserire colori un po'sgargianti nelle divise, un po' di musica dance anni 80 o appena mi vedono leggere l'amante di Lady Chatterley mentre mangio cioccolato fondente 75% come fosse acqua, mi ributtano di corsa nel limbo.

Chissà Dante come avrebbe rappresentato i nostri tempi nella Divina Commedia o come la chiamo io la Divina Tragedia.
Quale sarebbe stato descritto come il vero male dei nostri tempi? Che personalità avrebbe destinato ai vari gironi e quindi ai vari peccati?
Oggi mi sento particolarmente malata di accidia, secondo Wikipedia l'avversione ad operare e ad agire, una sorta di misto tra noia e indifferenza che tradotto nella mia lingua significa fatica estrema ad alzarsi dal divano.
In questo momento storico siamo costantemente bombardati da stimoli di ogni genere semplicemente stando seduti in salotto con il pc acceso, la tv sintonizzata in un musical che mi sta facendo venire il mal di testa e il cellulare alla mia sinistra in continua vibrazione che alzarci ci sembra superfluo, daltronde si può fare tutto da qui, dal proprio divano come ci vuol far credere la globalizzazione e la tecnologia. Tutto può essere semplicemente raggiunto via etere, satellite, cavi coassiali e quindi perchè andare a cercare altro no?

Si, l'accidia è proprio il male delle nuove generazioni così abituate al multitasking che ci sembra sprecato dedicare 3 ore filate ad un libro, a fare i dolci per un pic nic e così alla fine finisci per accidia a non fare proprio niente, ma dici a tutti che stai facendo un monte di cose, stai parlando con un tuo amico in Australia e leggendo la biografia di Enrico VIII mentre guardi i Tudor. Impegnatissima.
Perchè hic et nunc vige la legge non scritta che chi si ferma è perduto, ma invece tutto questo vortice ti spinge piano piano indietro, a voler fermare il tempo per guardare Hugo Cabret nascosto in quell'orologio e analizzare come lui quello che accade fuori, senza fretta. Perchè tutto questo correre da qualche parte anche solo con un click, questo bisogno di sentirsi utili e produttivi in qualsiasi momento poi si trasforma in noia, in indifferenza, in accidia appunto. Che il mondo è a portata di mano è solo una mera illusione e quando te ne accorgi i castelli in aria che ti eri fatto poco prima si schiantano sul pavimento del tuo salotto che ti implora tra l'altro di essere pulito.
Tutte le opportunità si fermano difronte alla burocrazia, di fronte ai requisiti mancanti, difronte alla tua mente che non ne può più di frullare come un criceto in gabbia neanche dovesse vincere le Olimpiadi.

A questo punto quando l'accidia prende il sopravvento e in televisione per di più non c'è niente io di solito risolvo il problema passando a dedicarmi a un altro dei sette peccati capitali che per fortuna, a parte l'avarizia e l'invidia, mi sono abbastanza congeniali. Tanto ho capito che in Purgatorio ci si diverte parecchio di più.

Ora è meglio che vado a togliere quei muffin dalle calde fiamme del forno prima che mi si brucino.
Cosa fa Dante a chi pecca di gola?

Letto 3700 volte Ultima modifica il Domenica, 14 Ottobre 2018 08:40
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