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Venerdì, 12 Aprile 2013 02:00

Maxi-sequestro di falsi alimenti “bio”: mais ucraino e soia indiana

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Maxi-sequestro di falsi alimenti “bio”: mais ucraino e soia indiana

Millecinquecento tonnellate di mais ucraino geneticamente modificato e 30 tonnellate di soia indiana contenente pesticidi /falsamente certificati come provenienti da agricoltura biologica/ sono stati sequestrati in diverse parti d'Italia. Indagate 10 aziende e 23 persone.

Esprimo tutto il mio apprezzamento per l'operazione congiunta condotta dall'Ispettorato Centrale della Tutela della qualità e repressioni frodi dei prodotti agroalimentari e dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Pesaro. Le sinergie che si sviluppano da tali forme di collaborazione assicurano, ancora una volta, la più ampia tutela del consumatore e degli operatori e la difesa dell'interno comparto agroalimentare. Deve essere una assoluta priorità contrastare tali fenomeni di illegalità che vanno a minare un settore fondamentale per l'economia del nostro Paese.

Così il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Mario Catania ha commentato l'operazione "Green War" effettuata dall'Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari in collaborazione con il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Pesaro che ha portato a numerose perquisizioni a carico di operatori del settore dei prodotti da agricoltura biologica che importavano da Paesi terzi limitrofi all'U.E. (Moldavia e Ucraina) granaglie destinate al comparto zootecnico e, in taluni casi, all'alimentazione umana (in particolare, soia, mais, grano tenero e lino) falsamente certificate come 'bio' ma in realtà non conforme alla normativa comunitaria e nazionale. In alcuni casi, le produzioni agricole certificate come biologiche erano di fatto ottenute con elevato contenuto di Organismi geneticamente modificati (Ogm) o contaminate da agenti chimici vietati nell'agricoltura biologica.

Le ipotesi di reato sono di associazione a delinquere per la frode in commercio e gli indagati, in caso di condanna, rischiano severe pene detentive. 

In particolare, le società nazionali, che avevano la gestione finanziaria e il controllo di aziende operanti in Moldavia e Ucraina, per sottrarsi al sistema di controlli, provvedevano allo sdoganamento delle merci a Malta, presso una società gestita da personale italiano, per poi destinarle in Italia. In un'occasione, i prodotti agricoli hanno viaggiato su gomma e sono transitati presso la dogana di Trieste-Fernetti.

L'indagine ha posto sotto sequestro 1.500 tonnellate di mais proveniente dall'Ucraina, falsamente certificato come biologico e 30 tonnellate di soia indiana lavorata, verosimilmente contenente prodotti chimici vietati, destinata all'industria mangimistica, per l'alimentazione zootecnica. Le persone indagate sono 23 e una decina sono le società coinvolte.

Letto 5946 volte Ultima modifica il Giovedì, 11 Aprile 2013 13:40
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