Il movimento è nato in Spagna dal virtuosismo creativo di Ferràn Adrià che nei suoi menu degustazione serviva più della metà dei piatti sprovvisti di posate. Costringere il consumatore a un rapporto più fisico e sensuale con il cibo: questa la contagiosissima filosofia, importata prima negli USA ora anche in Italia. Al "Le Calandre" a Rubano a pochi km da Padova, lo chef Massimiliano Alajmo propone i suoi cannoli di ricotta da intingere in salsa di pomodoro. Sempre con le mani sono da mangiare i funghi fritti di Enrico Crippa, celebratissimo chef del "Piazza Duomo" ad Alba. Lo stesso dicasi per le coscette di rana al burro del "dal Pescatore" a Canneto sull'Oglio. Tutti afferrabili tra pollice e medio.
Il segreto è considerare le mani come un ingrediente. Questa l’eversiva proposta secondo Moreno Cedroni, del "Madonnina del Pescatore" a Senigallia, che addirittura forza il concetto suggerendo di spruzzare sulle dita il succo di lime per godersi uno dei suoi piatti a base di pesce.
Le caratteristiche principali del Finger sono: ingredienti di facile reperibilità, semplicità e velocità dell'esecuzione, possibilità di accontentare un pubblico dai gusti più svariati. Il concetto è semplice. In Italia siamo abbastanza preparati a riguardo, come si può dedurre sedendosi in qualsiasi bar o locale del paese per sorseggiare un aperitivo con gli amici e gustare mini porzioni di cibo. E tuttavia, per trovare un compromesso tra le classiche tradizioni europee nel campo delle cene durante le feste e la nuova moda culinaria statunitense c'è da dire che è anche possibile ricreare delle piccole porzioni di primi tipici di diverse cucine. La preparazione è quella della cucina tradizionale, ma le quantità sono ridotte, con la raccomandazione di servire il tutto in pirottini con tanto di mini cucchiaino.
E per finire non mancheranno i dolci in stile finger food da offrire rigorosamente in mini ciotoline: creme a base di uova o di panna conditi con frutta fresca e secca, scaglie di cioccolato, zucchero di canna. Finito il nostro viaggio gastronomico vediamo come anche il cibo si fa oggetto di moda in tutte le sue forme, dai sapori che recuperano quelli antichi reinventandoli, ad un nuovo modo di servire che soddisfi anche l'occhio e stimoli la fantasia e l'immaginazione.
Ed ecco che così il cibo diventa uno strumento per fare di necessità virtù grazie ai tempi brevi e la facilità di preparazione accompagnata da un'elegante presentazione, restando però al passo con i tempi e rispolverando in modalità decisamente "cool" alcune tradizioni che sembravano ormai superate.
Non resta che leccarsi le dita oltre che i baffi. Unico inconveniente: riuscire a mangiare senza sporcarsi le mani.