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Il 24 novembre 1859 Darwin pubblica l’Origine della specie

Preferisco discendere da una scimmia che da un uomo di cultura che ha prostituito il sapere e l'eloquenza al servizio del pregiudizio e della falsità.

È il convinto sostegno che Thomas Henry Huxley offrì al collega Charles Darwin e alle rivoluzionarie conclusioni della sua opera Sull'origine delle specie per mezzo della selezione naturale, pubblicata il 24 novembre del 1859 (165 anni fa) dall'editore John Murray, al prezzo di 15 scellini.

Le parole di Huxley furono pronunciate come risposta alla critica feroce che la Chiesa anglicana muoveva nei confronti del naturalista britannico, accusato di minare alle fondamenta le fonti principali del Creazionismo, contenute nelle Sacre Scritture. Se fino a quel momento la scienza ufficiale non aveva mai messo in discussione l'origine divina della creazione del mondo, il libro di Darwin fu il primo a rompere questo equilibrio.

In esso veniva propugnata la teoria scientifica che le popolazioni si evolvono nel corso di generazioni, attraverso un processo di selezione naturale. Una spietata competizione per le risorse naturali mette di fronte gli individui di una popolazione, decretando la sopravvivenza dei più forti, destinati a trasmettere i propri caratteri ai figli, e l'eliminazione dei più deboli, perché meno adatti ai mutamenti ambientali.

La forza di queste conclusioni stava nelle numerose e dettagliate prove scientifiche raccolte dall'autore, in un lungo arco di tempo e in regime di segretezza dettato dal timore di incorrere in una condanna per blasfemia e vedere distrutta la propria carriera. Così, partendo da un abbozzo di 35 pagine, Darwin arrivò a completare la sua preziosa opera.

Alla prima pubblicazione – distribuita in 1250 copie, esaurite in poco tempo – ne seguirono altre sei, nelle quali l'autore apportò correzioni e revisioni in risposta alle critiche mosse. Al successo editoriale fece da contraltare una diffusa azione di delegittimazione e in alcuni casi di scherno contro Darwin, rappresentato su alcune riviste con ritratti grotteschi (il più ricorrente vedeva la sua testa su un corpo di scimmia).

Due secoli più tardi, nel 2008, la Chiesa Anglicana arrivò a scusarsi nei suoi confronti, riconoscendo anch'essa che le teorie darwiniane avevano contribuito a migliorare il rapporto tra l’uomo e la natura circostante, oltre a dare un nuovo corso alla scienza.

Da quel momento il 24 novembre, per la società britannica e la comunità scientifica internazionale, divenne il Darwin day o "Evolution day", con iniziative e convegni ispirati agli sviluppi moderni delle sue teorie.

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