Gli uomini nascono e rimangono liberi e uguali nei diritti. Le distinzioni sociali non possono essere fondate che sull’utilità comune.
Recita così il 1° articolo della Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino, emanata il 26 agosto 1789 (236 anni fa) dall’Assemblea costituente in risposta alle istanze del popolo francese - esposte nei famosi cahiers de doleances - in favore di una società più equa, ispirata ai principi illuministi.
Ideato su modello della Dichiarazione d’indipendenza degli Stati Uniti d’America (nel 1776 cioè 249 anni fa) e rielaborato su un primo testo presentato dal marchese La Fayette, il documento contiene i principi fondamentali che regolano il rapporto tra istituzioni e cittadini.
Primo per importanza è il principio di uguaglianza di fronte alla giustizia, agli impieghi pubblici e al fisco, che scrive la parola fine ai privilegi e agli abusi delle classi più elevate. Altro diritto basilare riconosciuto a tutti i cittadini è la libertà di pensiero, d'opinione, di stampa, d'espressioneunitamente al diritto alla proprietà, ritenuta sacra e inviolabile.
Il contenuto della Dichiarazione del 1789 ispirerà le carte costituzionali di numerose nazioni, partendo ovviamente dalla Francia (1791). Sarà poi ripreso a grandi linee nella Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo adottata dalle Nazioni Unite nel 1948.
Inoltre, dal 2003 è inserito dall’Unesco nell’Elenco delle Memorie del Mondo.