Il 19 luglio 2001 (23 anni fa), una squadra franco-ciaddiana del CNAR (Centro di Supporto Nazionale alla ricerca della Repubblica del Ciad), membro di una missione paleoantropologica franco-ciaddiana (MPFT, una collaborazione tra il CNAR e università a N'Djamena Poitiers (professor Michel Brunet)), guidato dal geografo Alain Beauvilain, hanno trovato un cranio fossile di una nuova specie di ominide nel deserto del Djurab, nel Ciad.[1][2] In totale, la squadra ha trovato nove fossili di questa nuova specie, tra cui un femore, appartenenti ad almeno sei individui. Queste sono le prime scoperte di questo tipo in "Africa Centrale".
L'anno successivo, l'11 luglio, la rivista scientifica Nature presenta ufficialmente il fossile a cui viene dato il nome Sahelanthropus tchadensis: sia il nome del genere che della specie sono unici, perché unici sono i tratti del teschio e della mandibola. Ma subito le autorità del Ciad battezzano l'ominide Toumaï, che in lingua Goran significa "speranza di vita" e di solito la parola viene usata per indicare i bambini nati prima della stagione delle piogge.