A undici anni Leonard Thompson si trovò nella duplice parte di protagonista e testimone di un nuovo corso della medicina. Su di lui l'equipe di ricercatori dell'Università di Toronto, l'11 gennaio 1922 (102 anni fa), testò per la prima volta insulina animale, salvando il piccolo diabetico da morte sicura. Una scoperta destinata a salvare le vite di milioni di pazienti.
Il primo a diagnosticare il diabete, classificandone le due forme principali (mellito di tipo 1 e mellito di tipo 2) fu Avicenna (intorno all'anno 1000 dopo Cristo), da molti considerato "il padre della medicina moderna".
Da allora e per quasi un millennio, per questa malattia, provocata dalla scarsa presenza o totale assenza di insulina (ormone prodotto dal pancreas, la cui funzione fondamentale è di regolare il livello di glucosio nel sangue), non fu possibile trovare dei rimedi, con la conseguenza che chi ne era affetto giungeva a morte in tempi brevi.
A cambiare la storia furono due ricercatori canadesi, Charles Best e Fredrick Banting (nella foto), i cui esperimenti nel 1921 portarono, per la prima volta, ad isolare e produrre insulina, ricavandola dal pancreas del maiale e di altri animali. La prima occasione per testarne l'effetto nei casi di diabete si presentò l'anno successivo.
All'ospedale dell'Università di Toronto, venne ricoverato Leonard Thompson, un ragazzino di undici anni, in preda a una crisi glicemica in stato avanzato. La prima iniezione di insulina non ebbe l'effetto sperato provocando una reazione allergica, per cui l'equipe incaricò il giovane ricercatore James Collip di lavorare tutta la notte alla raffinazione e a un diverso dosaggio della sostanza pancreatica.
Il secondo test e quelli successivi arrestarono la crisi e salvarono la vita al piccolo paziente. La terapia fu ripetuta ad agosto dello stesso anno su Elizabeth Hughes, coetanea di Leonard, con identici risultati. In poco tempo la nuova cura antidiabete conquistò la ribalta in tutta la comunità scientifica, proiettando Banting e Best alla vittoria del Nobel per la Medicina, nel 1923; un riconoscimento che i due, con grande onestà intellettuale, scelsero di condividere con Collip.
Da quel momento il diabete smise di essere una malattia incurabile, offrendo una speranza di vita migliore alle innumerevoli persone che ne sono affette. Solo in Italia, secondo recenti stime, ne soffrono oltre 3 milioni di persone.