L'autore della scoperta è l'informatico americano Jonathan Zdziarski, che l'ha resa pubblica durante la Hackers On Planet Earth Conference di New York. Zdziarski è considerato uno dei maggiori esperti globali di informatica forense e sicurezza: consulente di governi e grandi aziende, è stato un celebre hacker, noto con il nomignolo di NerveGas (gas nervino). Le sue rivelazioni alla Conferenza di New York hanno impressionato gli esperti come Giovanni Pau, informatico del Computer Science Department presso la Ucla di Los Angeles e il suo collaboratore Davide Pesavento.
Colpisce soprattutto il meccanismo, sempre attivabile a distanza, che trasforma l'iPhone in uno sniffer: in questo modo, ad esempio, il telefono potrebbe catturare tutti i pacchetti di informazioni che riceve in Wi-Fi e salvarli da qualche parte. Cinquecento milioni di iPhone potrebbero, se opportunamente attivati, diventare delle spie del traffico sulla rete Wi-Fi.
- ha dichiarato Pau dopo aver esaminato la questione.
Tra le informazioni che si possono acquisire a distanza, secondo Zdziarski, ci sono tutti gli account (email, Facebook, Twitter, iCloud), le memorie cosiddette cache (rivelano che cosa l'utente sta facendo in rete o quali siti visita), il Gps e la sua cache (che indica la posizione attuale e persino dov'è stato l'utente).
Fatti del genere sono perfettamente inquadrabili nella pratica che si pensa adottino gli USA: la CIA spia segreti industriali delle altre nazioni e li rivela alle proprie industrie in cambio dell'inserimento di questi sistemi back-door nei propri prodotti. Questa sistema permette un maggiore sviluppo industriale e spargendo i prodotti in tutto il mondo, anche il predominio delle informazioni.
Il bello di questo discorso è che per gli USA, questi metodi, sarebbero perfettamente costituzionali.