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Il 9 giugno 2011 prende la prima luce cosmica il sensore italiano da 268 mega pixel

La camera a grande campo (large imaging) si chiama OmegaCAM, al suo interno un sensore CCD composto da un mosaico di 32 2Kx4K elementi, frutto di un consorzio internazionale composto da Olanda, Germania, Italia ed ESO. Grazie a questo strumento di piano focale, a dispetto delle dimensioni del campo di vista, il Telescopio VST su cui è montato è in grado di garantire un'ottima risoluzione angolare (scala di 0,216 arcsec/pixel), mediante la quale conduce osservazioni in tutta la banda spettrale compresa tra UV ed I. La camera è dotata di una risoluzione di 256 milioni di pixel, pari a 16 volte la risoluzione della Advanced Camera for Surveys sul Telescopio Spaziale Hubble. Caratteristiche che portano il telescopio a produrre circa 30 TB di dati l'anno. Usato in combinazione con il VLT, il VST è in grado di fornire alla comunità astronomica mondiale uno strumento di eccellenza con cui perseguire e raggiungere le frontiere della conoscenza nel campo dell'astrofisica ottica da terra con un'altissima risoluzione spaziale. Per questo motivo, sin dalle prime fase di progettazione, il telescopio è stato soggetto ad un'attenta e puntuale analisi di tutte le sue componenti, in modo da garantire la produzione di immagini stabili ad alta definizione. La prima di queste è arrivata il 9 giugno 2011 (13 anni fa).

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