L'impiego del freddo per la conservazione alimentare è una pratica consolidata da secoli. Ma mancando in passato i sistemi moderni per generarlo, l'unico modo con cui mantenere basse temperature per molti mesi all'anno era quello di costruire ghiacciaie sotterranee, caricate durante l'inverno con neve e ghiaccio.
Durante il XIX secolo la «conquista del freddo», ossia l'invenzione della macchina frigorifera, rivoluziona il settore della conservazione degli alimenti. Il primo brevetto di tale macchina, di cui si abbia oggi copia cartacea originale integrale, è del 6 maggio 1851 (173 anni fa) ad opera dello statunitense John Gorrie. Di un brevetto precedente dell'inglese Jacob Perkins datato 14 agosto 1835 (189 anni fa) si è conservato il solo testo. Successivi perfezionamenti furono apportati dal tedesco Windhausen, dall'inglese Reece e dal francese Charles Tellier. A differenza di Gorrie, questi ultimi realizzarono un «ciclo chiuso» con recupero del gas evaporato, che il primo perdeva completamente.
A Tellier si deve la realizzazione del primo impianto frigorifero su un piroscafo, le frigorifique, che nel 1876 trasportò in Francia un carico di carne precedentemente macellata in Argentina, dopo un viaggio di 105 giorni. La tecnica venne poi applicata ai vagoni ferroviari, come nel caso del treno intercontinentale che partiva dalla California. Sul piano alimentare tutto questo significò il superamento delle tecniche tradizionali di conservazione (per salagione, per essiccazione, ecc.) la cui comune caratteristica era quella di alterare le qualità nutrizionali e organolettiche degli alimenti. Con la conquista del freddo invece si riuscivano a trasportare e conservare i prodotti per lunghi periodi mantenendo caratteristiche simili a quelle originali.
Lo sviluppo del commercio intercontinentale, oltre a garantire maggiori quantità di derrate alimentari, portò a quel fenomeno chiamato da molti storici "delocalizzazione dei gusti alimentari": mentre fino ai secoli precedenti la gente si nutriva quasi esclusivamente di alimenti prodotti nella zona in cui viveva, grazie alla "conquista del freddo" alle persone fu possibile accedere a cibi esotici, prodotti a migliaia di chilometri di distanza. Oltre ai prodotti consumati, anche il gusto cominciò a "delocalizzarsi" dando origine ad un processo di globalizzazione alimentare che culminò con la fine del XX secolo.
Il primo frigorifero domestico del 1913 era in realtà un armadio del freddo alimentato a ghiaccio (prodotto altrove). Lo statunitense Alfred Mellowes è il primo che realizza nel 1915 frigoriferi analoghi a quelli moderni, ossia dotati di un compressore che produce il freddo localmente e autonomamente. L'idea è talmente buona da spingere tre anni dopo la General Motors ad acquisirne i diritti e inaugurare una produzione in serie col marchio Frigidaire.
Un frigorifero senza parti in movimento è stato brevettato da Albert Einstein e Leó Szilárd nel 1930. Dal 1931 l'ammoniaca venne sostituita da una miscela di clorofluorocarburi (CFC) più nota col nome commerciale di freon.
Dopo che nel 1990 l'utilizzo di freon e CFC per uso frigorifero sono stati proibiti in quanto responsabili del buco dell'ozono atmosferico, attualmente viene utilizzato l'isobutano, il quale tuttavia è molto infiammabile.