La morte tra atroci sofferenze, era il triste destino cui andavano incontro coloro che contraevano l'idrofobia, dopo il morso di una cane con la rabbia, molto diffusa nell'Europa d'inizio XIX secolo.
Il chimico e biologo francese Louis Pasteur scoprì la cura adatta, intuendo il modo in cui il virus si propagava negli organismi, scatenando la malattia. Intenzionato a testarlo su di sé, dopo i risultati positivi sugli animali, si trovò costretto a provarlo per la prima volta su un caso disperato: un bambino alsaziano di nove anni, Joseph Miester, morso in più punti e ridotto allo stremo delle forze.
Il piccolo entrò nella storia la notte del 6 luglio 1885 (139 anni fa): nel laboratorio di rue d'Ulm, a Parigi, gli fu somministrata la prima di dodici dosi del vaccino antirabbico, che gli salvarono la vita. La notizia fece il giro del mondo e nell'arco di tre mesi vennero vaccinate circa 2.500 persone.
Destinatario di riconoscimenti e onori da tutta Europa, Pasteur, poco prima di morire, si vide intitolare a suo nome l'Istituto antirabbico.