Si inizia a parlare di colore già nel 1939 ma allora veniva semplicemente proposto e adottato come riferimento un principio di compatibilità, in base al quale le future trasmissioni televisive a colori sarebbero potute essere visibili anche su televisori in bianco e nero, così come i programmi in bianco e nero avrebbero potuto essere visibili come tali anche su televisori in grado di riprodurre il colore. Questo principio, che consente la coesistenza di nuovi e vecchi apparati televisivi, venne seguito come principio di base per tutti gli sviluppi tecnici successivi.
I primi esperimenti di trasmissione a colore vera e propria avvengono già verso la fine degli anni quaranta negli Stati Uniti. La definizione di uno standard e la sperimantazione vanno di pari passo per parecchi anni. Alla fine si arriva ad un primo stadio di un sistema di codifica per il quale era nato un comitato tecnico nazionale formato da molte aziende. Il 26 giugno 1951 l'emittente televisiva CBS collega il prototipo del generatore di barre del consorzio, realizzato dalla RCA (SMPTE) al suo trasmettitore emettendo per la prima volta una segnale a colori. Il video è decodificato e riprodotto da un prototipo di TV a colori sempre della RCA.
In seguito lo standard viene messo a punto dalla RCA e nonostante la lotta commerciale con la BBC che rivendicava i diritti, diventa quello che dal 1953 sarà lo standard NTSC (National Television Systems Commitee) (National Television Systems Commitee). Le trasmissioni regolari iniziano sempre negli Stati Uniti nel 1954 momento in cui vengono commercializzate anche le prime TV a colori. Dalla metà degli anni sessanta diverse altre nazioni iniziano a diffondere programmi televisivi a colori: la Francia, la Germania e il Regno Unito iniziano le trasmissioni regolari nel 1967.
L'Italia, dopo una prima sperimentazione in occasione dei Giochi della XX Olimpiade, è uno degli ultimi paesi, tra il 1976 e il 1977, ad avviare ufficialmente le trasmissioni a colori, nonostante la RAI fosse tecnologicamente pronta per trasmettere a colori già dalla nascita del secondo canale (4 novembre 1961). Il ritardo viene causato sia per motivi politici sia dalla lotta tra PAL e SÉCAM. Inoltre trasmissioni a colori vengono effettuate già prima del 1977 dalle stazioni televisive provenienti dal Principato di Monaco, dalla Svizzera e dalla Jugoslavia, spesso riprese e ritrasmesse da emittenti locali.
Alla metà degli anni '70, tuttavia, la Rai trasmette con cadenza quotidiana una serie di "prove tecniche di trasmissione", consistenti in immagini statiche o in filmati con sottofondi di musica classica (ad esempio La gazza ladra di Rossini, utilizzata come commento musicale a un filmato relativo a un gruppo di persone intente a visitare uno zoo).[1]