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Il 18 gennaio 1994, in una rete di grotte in Francia, vengono scoperti dipinti di circa 30 mila anni fa

Vallon-Pont-d'Arc è un comune francese di corca 2mila abitanti situato nel dipartimento dell'Ardèche della regione del Rodano-Alpi.
La località è particolarmente rinomata per essere punto di partenza degli itinearari sportivi e turistici in canoa e kayak lungo le acque del fiume Ardèche. Il territorio, da sempre si presta anche ad escursioni speleologiche.

Il 18 gennaio 1994 (30 anni fa) furono appunto tre speleologi, Jean-Marie Chauvet, Éliettc Brunei-Deschamps e Christian Hillaire a scoprire delle grotte che si sono diventata immediatamente un patrimonio culturale senza precedenti nella storia dell'umanità. La notizia è stata stata però resa pubblica, dal Ministro della cultura, nell'anniversario un anno dopo. Lo studio del sito è, tutt'ora, solo agli inizi e comunque rimane ancora superficiale. Tuttavia, questa scoperta ha colpito immediatamente fantasie e appassionati, non solo specialisti ma anche un vasto pubblico di appassionati, in tutto il mondo. La qualità estetica delle immagini, la loro profusione, la sorpresa suscitata dalla rivelazione nel cuore dell'Ardèche di questo importante santuario, ignorato per millenni, ha creato l'evento. Sono stati prelevati dei campioni e analizzati con il metodo della datazione al carbonio. Le cifre più recenti ci dicono che quelle pareti sono state segnate circa 1000 anni prima o dopo la data di 31 mila anni fa. L'intervallo di incertezza è, ad oggi, un limite invalicabile dei metodi di datazione.

Orsi, cavalli, cervi; ma anche leoni, mammouth, rinoceronti e una pantera, dipinta in rosso. Chi tracciò sulle pareti della grotta tutti questi animali sembra sia stato spinto dall'esigenza di descrivere l'intero panorama zoologico che circondava la vita quotidiana di una popolazione europea di 30 mila anni fa. Il segno di queste opere sorprende per la grande efficacia espressiva ed il parallelo con tratti e forme della pittura e del disegno contemporanei è immediato e coerente. Sono opere, infatti, nelle quali è evidente una ricerca artistica e narrativa.
Su una roccia della grotta è stato trovato un cranio d'orso; e intorno alla roccia stessa altri crani. Tutto fa pensare che non si tratti di una disposizione casuale. Sembrerebbero tracce di un culto dell'orso, animale forse cacciato e comunque molto diffuso in quell'epoca e uso a far tana nelle grotte, come l'uomo. Per il momento le ricerche in corso non danno risposte a tale ritrovamento.

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