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Il 17 giugno 1905 vola il primo dirigibile italiano

I dirigibili vennero inventati dai francesi. Nel 1881, all'Exposition internationale d'Électricité, Gaston e Albert Tissandier presentarono il primo modello in scala funzionante di dirigibile elettrico. Incoraggiati dal risultato, misero a punto il primo dirigibile a propulsione elettrica, che effettuò il volo d'esordio l'8 ottobre 1883 (come apparato motore i Tissandier impiegarono una dinamo elettrica tipo Siemens, che funzionando come motore forniva la potenza di un cavallo e mezzo, e metteva in movimento un'elica a due palette elicoidali).

Da quel momento i dirigibili sostituirono a poco a poco le mongolfiere. Nel 1900 il tedesco Ferdinand von Zeppelin inventò il dirigibile ad armatura rigida, che sostituì definitivamente gli antichi palloni aerostatici a zavorra. Precursori degli odierni aeroplani, furono protagonisti di eventi spiacevoli: non sono infatti mancati gli incidenti.

La loro carriera commerciale fu molto breve, dal 1929 al 1937. I modelli più famosi erano gli Zeppelin: il primo della serie, il Graf Zeppelin, collegava l'Europa e gli Stati Uniti in cinque giorni alla velocità di 100 km/h. Il Superzeppelin, che collegava Francoforte a Rio de Janeiro in quattro giorni, era lungo 245 m ed era dotato di cinque motori e ai suoi passeggeri vennero riservate una serie di strutture di lusso, tra cui cabine individuali, salotti per fumatori e un ponte-passeggiata.

Il progetto italiano prese forma nel 1884 dalla collaborazione tra il conte Almerico da Schio e il professor Pasquale Cordenons. Alla morte di quest'ultimo il primo continuò da solo, allestendo un cantiere nel 1902 e costituendo l'Associazione in partecipazione per la costruzione e l'eventuale esercizio della prima aeronave.

Alle 5:40 del 17 giugno del 1905 (119 anni fa) l'Aeronave Italia, guidata dal pilota Ettore Cianetti, si alzò in volo dal prato della fattoria Caussa, a Schio (provincia di Vicenza). Il velivolo era costituito da un involucro (lungo 37 m e appuntito a poppa e a prua) e da una navicella legata al primo con corde di seta. La propulsione era garantita dall'elica e dal motore posti a prua, mentre la direzione si regolava attraverso il timone collocato a poppa.

L'impresa venne ripetuta altre quattro volte, in un'occasione alla presenza della Regina Margherita. Appassionato di studi matematici e di meteorologia, Almerico è considerato un pioniere dell’aviazione italiana e per questo nel 2005, in occasione del centenario della sua impresa, gli è stato dedicato un francobollo.

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