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Il 16 aprile 1943 Albert Hofmann scopre gli effetti allucinogeni dell'LSD (Lisergid acetil-dietilamide o acido lisergico).

L'LSD è stato sintetizzato per la prima volta il 16 novembre 1938 86 anni fa nei Laboratori Sandoz di Basilea dal chimico svizzero Albert Hofmann. Stava effettuando delle ricerche sugli alcaloidi, il 16 aprile del 1943 (81 anni fa), quando a Hofmann cadde involontariamente qualche goccia della sostanza sulla mano che, traspirando, gli provocò forti giramenti di testa e allucinazioni, sono gli effetti allucinogeni dell’acido lisergico, una sostanza conosciuta e diventata famosa come LSD (Lisergid acetil-dietilamide).

Questa esperienza lo condusse ad ipotizzarne un potenziale psicotropo e perciò, tre giorni dopo, decise di assumerne volontariamente una dose di 250 ug (microgrammi) di LSD in modo da testarne più chiaramente gli effetti. Questa dose la riteneva, ad errore, la dose minima efficace mentre in realtà si tratta di un dosaggio molto forte, sbagliò la stima di circa un ordine di grandezza. Quel giorno fu chiamato "il giorno della bicicletta" perché dopo aver assunto la sostanza si diresse verso casa proprio in bicicletta, cominciando a sperimentare una crescente alterazione di coscienza che poi, raggiunto il divano di casa dopo momenti di terrore, divennero:

Visioni meravigliose, piacevoli e persistenti, giochi di forme e colori caleidoscopici, immagini fantastiche che mi comparivano davanti agli occhi chiusi alternandosi, variando, trasformandosi in cerchi e spirali, esplodendo in fontane colorate, riarrangiandosi e ibridandosi in un flusso costante…

Lo scienziato riportò tali osservazioni ai colleghi della compagnia che a breve ne ipotizzarono ampi utilizzi in ambito psichiatrico tant'è che venne istituito un gruppo di ricerca volto a testare gli effetti, sui mammiferi con diversi dosaggi del composto. Non si è mai saputo su quali "animali" furono condotte le sperimentazioni, ma tutti gli scienziati erano entusiasti dei risultati che furono dichiarati decisamente positivi in termini di sicurezza ed effetti collaterali. Tale entusiasmo in seguito colpì anche i dirigenti dell'azienda tanto che la Sandoz cominciò a distribuire LSD gratuitamente ad università ed istituti medici che ne facevano richiesta per fini scientifici fino al 1966. Nel 1947, la Sandoz lo mise in commercio come farmaco con il nome di Delysid, in confezioni da compresse da 25 mcg (una dose molto bassa), in qualità di "farmaco per psicoterapia analitica" chiedendo inoltre agli psichiatri di somministrarlo ai propri pazienti, una o due volte, in modo da "poter capire meglio i propri casi clinici". Inizialmente trovò infatti largo uso tra gli psichiatri e gli psicologi per il trattamento della schizofrenia, autismo, depressione e alcolismo specie nell'ambito della cosiddetta psicoterapia psichedelica, mostrando spesso risultati positivi.
Ciò portò negli anni '60 ad una esplosione di studi e pubblicazioni sull'utilizzo dell'LSD nei più disparati ambiti psicoterapeutici.
Nel frattempo i servizi segreti di vari paesi cominciarono a sperimentarne le potenzialità come sostanza per gli interrogatori, il controllo mentale e l'ingegneria sociale: la CIA, ad esempio, ha condotto estese ricerche (nell'ambito del progetto MKULTRA) in questo senso, concludendo però che non vi erano utilizzi militari plausibili per la sostanza.

Durante gli anni '50 l'LSD cominciò a diventare popolare in alcuni circoli a scopo ricreativo per poi esplodere con la cultura hippie, di cui fu manifesto e principale motore. Alcuni studiosi (in particolare Timothy Leary, uno dei maggiori psicologi americani dell'epoca, e Richard Alpert) si convinsero che l'LSD potesse avere altre applicazioni oltre a quelle cliniche, rappresentando cioè un mezzo di crescita ed esplorazione spirituale, per via delle sue notevoli proprietà enteogene. oltre a entrare di diritto alla memoria storica di più di una generazione, questa misteriosa (e pericolosa) sostanza ha uno spazio tutto suo nella storia della cultura mondiale a partire dal 1954 quando Aldous Huxley pubblica “Le porte della percezione”, un libro nel quale descrive gli effetti della conoscenza “fantastica e creativa” ottenuta sotto gli effetti di sostanze allucinogene.
L’uso delle droghe sintetiche caratterizza le sedute ad Harvard di Timothy Leary, Allen Ginsberg e Peter Orlowsky da cui parte la fiammata artistica, filosofica e culturale della beat generation. La sua influenza nel rock non è da meno. Un’intera generazione di musicisti si sperimenta sulle sottili e collose vie della psichedelia, a partire dai Beatles e dai Rolling Stones per raggiungere l’apice con i voli musicali dei Pink Floyd passando attraverso le porte di quel grande laboratorio all’aperto che vive e muore nella baia di San Francisco. È un’esperienza drammatica più che liberatoria quella dell’incontro tra la droga e le nuove pulsioni musicali. Spesso si tende a dimenticare che è costellata da una lunga lista di cadaveri eccellenti e di cervelli bruciati, come quello di Syd Barret, persi per sempre tra le costellazioni lisergiche. Oggi il rapporto tra l’LSD e la musica vive in una sorta di mitologia abborracciata che utilizza i sopravvissuti per celebrare qualche stanco rito un po’ tardo-romantico e molto commerciale…

Negli ultimi anni si sta diffondendo, specie tra gli ambienti della Silicon Valley, l'uso di "microdosi" di LSD (10-20 µg) che assunte regolarmente non hanno effetti psichedelici e non indurrebbero alterazioni percettibili della percezione ma sarebbero in grado di migliorare le capacità di problem solving, la creatività, il senso di benessere e in definitiva alcune prestazioni cognitive. Tuttavia non sono stati ancora condotti studi rigorosi volti a confermare tali osservazioni.

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