Il 1° settembre 1859 (165 anni fa), l’astronomo inglese Richard Carrington sta osservando un gruppo insolito di macchie solari, quando, verso le 11:18, rimane sorpreso da un lampo di luce proveniente da quelle stesse macchie. Siamo a Redhill a sud est dell'inghilterra, nell'osservatorio costruito dalla stesso 33enne.
Resosi conto della straordinarietà dell’evento, cerca invano altre persone che possano testimoniare di averlo visto, ma il fenomeno, purtroppo, dura appena cinque minuti. L’indomani fasci di aurore boreali colorano di rosso e verde i cieli di diverse latitudini (Roma compresa), finanche in zone tropicali come Cuba, Bahams, Hawaii.
Nel frattempo impazziscono i telegrafi di mezzo mondo, interrompendo le comunicazioni per diverse ore. Nessuno scienziato sarà in grado di spiegare quegli strani fenomeni verificatisi dal 28 agosto al 2 settembre, erroneamente attribuiti a meteoriti provenienti dallo spazio.
Gli studi di Carrington sulle macchie solari apriranno la strada alla verità e sarà lui il primo a scoprire il nesso tra l’attività solare e le turbolenze geomagnetiche sulla Terra. Da qui s’inizierà a parlare di tempesta solare o "geomagnetica", preceduta dalle cosiddette flare, ossia esplosioni magnetiche che avvengono sulla superficie solare (i lampi di luce avvistati da Ricard Carrington).