Cesare Marchi
(Villafranca di Verona, 1922 – 1992)
Cesare Marchi è stato uno scrittore, giornalista e personaggio televisivo italiano.
Aforismi e Citazioni di Cesare Marchi
- La pubblicità è vecchia come il mondo. Infatti, come tutti sanno, cominciò il serpente a decantare a Eva le virtù della sua frutta.
- Chi rimpiange la vecchia civiltà contadina, non l'ha mai conosciuta da vicino.
- La botte è l'unico carcere che renda migliore chi vi sta dentro.
- L'italiano è per il divorzio, l'aborto, la pillola, la fecondazione artificiale, ma spende un milione per il vestito della figlia che va alla prima comunione.
- [L'italiano] Ama le battute di spirito, ma a carico degli altri. Sale sempre sul carro del vincitore, ma è prontissimo a scendere in corsa, se si accorge di avere sbagliato carro.
- I giapponesi dicono che siamo una nazione di stupidi, il «Figaro Magazine» che siamo dei casanova. Non hanno capito niente. Noi siamo la nazione del ma.
- L'ira, furor brevis come la chiamò Orazio, fomenta risse allo stadio, tumulti di disoccupati davanti alla prefettura e parolacce in parlamento.
- L'invidia soffre per la buona fortuna del prossimo, e non potendo godere, per insufficienza propria, dei propri successi, gode malignamente degli insuccessi altrui.
- L'accidia è pigrizia, negligenza nel fare il bene, nel compiere i propri doveri verso se stessi e verso la collettività .
- Assieme alla lussuria, la gola è il vizio più confessabile. Nessuno si vanterà pubblicamente di essere invidioso, avaro, tracotante, iracondo, negligente. Ma nessuno si vergognerà di dire che va matto per le profiteroles (e per Francesca Dellera).
- Gli antichi romani pranzavano al suono della cetra, noi abbiamo Bruno Vespa e Paolo Frajese.