Jack Daniel
Datemi un ultimo drink, per favore
Forse alla ricerca di sdrammatizzare con una punta di chi ha rivolto la vita al lavoro, le ultime parole di un imprenditore nato e morto a Lynchburg, fondatore della famosa distilleria di Tennessee whiskey Jack Daniel's, che prende appunto il suo nome.
Ludwig Van Beethoven
Amici applaudite, la commedia è finita
Ritornato a Vienna il 2 dicembre 1826 su un carro scoperto e in una notte di pioggia, Beethoven contrasse una polmonite doppia da cui non riuscì più a risollevarsi; gli ultimi quattro mesi della sua vita furono segnati da un terribile logoramento fisico. il 23 marzo riceve l’estrema unzione e il giorno dopo perde conoscenza. Il 26 marzo 1827 Ludwig van Beethoven si spense all’età di 56 anni.
Alfred Hitchcock
Nessuno sa come va a finire. Una persona dovrebbe morire per sapere esattamente cosa accade dopo la morte, nonostante i cattolici abbiano le loro speranz
La metà degli anni sessanta fu un periodo difficile nella carriera dell'artista. La soddisfazione per il successo del film fu oscurata dalla malattia della moglie Alma, colpita da un ictus. Anche il suo stato di salute subì un peggioramento a causa di problemi cardiaci e fu sottoposto a un intervento chirurgico per l'applicazione di un pacemaker. Ricoverato al Cedars Sinai Hospital, la mattina del 29 aprile 1980 muore, per problemi cardiaci e renali, a Bel Air, Los Angeles all'età di 80 anni.[
Leonard Nimoy
La vita è come un giardino. Possono esserci momenti perfetti, ma è impossibile preservarli, se non nella memoria
Nel febbraio 2014, Nimoy ha rivelato di essere affetto da broncopneumopatia cronica ostruttiva, malattia da lui attribuita al suo passato di accanito fumatore. Il 19 febbraio 2015, Nimoy è stato ricoverato d'urgenza all'UCLA Medical Center a causa di forti dolori al petto, venendo poi dimesso alcuni giorni dopo. È morto il 27 febbraio 2015 nella sua casa a Los Angeles all'età di 83 anni a causa delle complicanze. Leonard Nimoy affidò le sua ultime parole ad un Tweet, era molto attivo sui social. La frase è nota agli estimatori della serie televisiva Star Trek in quanto trattasi di un saluto di augurio pronunciato dal personaggio Spock, da lui interpretato, e dal popolo vulcaniano.