Il tenente colonello Francesco Schilardi, comandante dei sommozzatori dell'Arma, ha detto:
Il relitto è in buono stato di conservazione.
Trasportava generi alimentari: pesce in salamoia, vino, olio ed altri alimenti che venivano scambiati con altri alimenti imbarcati nei porti della Spagna. Gli alimentari era contenuti dentro anfore di tipo 'Dressel', dello stesso tipo di quelle già individuate a bordo di altri relitti già individuati sui fondali liguri.
Durante le attività, svolte con la collaborazione della Soprintendenza di Genova, è stata recuperata un'anfora facente parte del carico della nave. Inoltre l'ufficiale ha aggiunto:
Il perfetto stato di conservazione delle anfore e la possibile presenza di tappi di chiusura sulla sommità non esclude che possano contenere residui degli alimenti trasportati che grazie alle moderne tecniche di studio ed analisi potrebbe dare utili indicazioni agli esperti sui profili culturali e commerciali dell'epoca augustea
Alcuni pescatori avevano segnalato la presenza già in passato di altri resti nei pressi di Varazze, l'ufficiale ha aggiunto ancora:
Negli anni '30 vi erano già state delle segnalazioni perché alcune reti dei pescherecci di passaggio erano rimaste impigliate in alcuni dei resti di anfore quindi abbiamo iniziato una lunga fase di studio ritendendo che provenissero da un relitto di epoca romana.
I carabinieri hanno ora richiesto alla Capitaneria di Porto di vietare la navigazione nell'area per evitare lo sciacallaggio dei resti antichi quasi 2000 anni.
Per la storia della marineria è sicuramente uno dei ritrovamenti più interessanti perché contribuisce a ricostruire i viaggi nell'Alto Tirreno in epoca romana. Il relitto oggi è stato completamente ricoperto dalla vegetazione: le anfore poi sono ricoperte di spugne colorate e crostacei.