Cromlech del Vigano foto ParcoTicino
Non è una novità, in località Case Nuove sono già state ritrovate diverse tombe a cremazione databili al tredicesimo secolo avanti Cristo. Risalgono poi all'età del ferro le numerose tombe della cultura di Golasecca (una cittadina confinante con Somma Lombardo) e il Cromlech del Vigano (un grande recinto tombale e rituale, costituito da oltre trecento massi).
Sass di biss foto ParcoTicino
Sempre nella brughiera di Vigano (a nord di Somma Lombardo nella zona dove sorge l'aeroporto della Agusta Westland) si trova il Sass di biss (Sasso delle bisce), un masso erratico con un complesso di antiche incisioni a coppella singola: è uno dei rari esempi di incisioni rupestri nell'area interessata dalla Civiltà di Golasecca. Nel quarto secolo avanti Cristo si insediò la tribù gallica dei Vicani Votodrones, come testimonia una lapide romana, rinvenuta nei pressi della frazione di Mezzana. Numerosi sono i ritrovamenti di utensili d'uso domestico e comune, armi, scudi, venuti alla luce. A lato della via romana (della quale è stato scoperto un tratto nell'attuale via Albania dietro al Gigante) sorsero le necropoli più antiche in cui era in uso il rito della cremazione. Dal terzo secolo dopo Cristo si diffuse il rito della inumazione, come attestano i ritrovamenti di via Binaghi: balsamari in vetro, vasellame, monete e olpi.
Somma Lombardo, che dopo quello del capoluogo, è il più esteso comune della provincia di Varese, mantiene la sua forte connotazione viabilistica essendosi sviluppato lungo l'attuale statale 33, del Sempione. L'importanza del luogo nella tarda antichità e nell'alto medioevo è strettamente legata alla presenza di un asse stradale. Ed è proprio per l'allargamento di un asse stradale che si devono questi nuovi ritrovamenti, sul lato destro della provinciale che conduce a Volandia, sul lato sinistro, sotto la sottile striscia di verde che divideva la 336 dalla frazione di Case Nuove e persino di fronte al Crowne Plaza, nell'immenso spazio che sarà adibito ad area di cantiere durante i lavori degli operai per posizionare i binari del collegamento ferroviario T1-T2.
Sono quasi cinquanta le tombe, ma il conteggio potrebbe non essere finito. Per gli archeologi accorsi, ci sono corredi funebri con anelli, fibule, vasellame e materiale vario e non ci sono dubbi sulla loro collocazione storica.
Bisogna tornare indietro fino all'età del Bronzo Finale, all'epoca del Protogolasecca, ovvero tra il dodicesimo e il decimo secolo avanti Cristo.
- ha spiegato Barbara Grassi, responsabile unico della Soprintendenza per i beni archeologici della Lombardia per la provincia di Varese specificando poi:
Sono stati individuati livelli di frequentazione della fase protogolasecchiana e alcune tombe coeve, di cui è stato disposto il recupero a cura di restauratori: sono state prelevate in blocco le sepolture che saranno oggetto di scavi in laboratorio e di accurati restauri.
A stupire gli studiosi è la vastità del ritrovamento ma gli scavi stanno procedendo con cautela e sono resi ancor più difficoltosi dalla presenza di ordigni risalenti alla Seconda guerra mondiale, come quelli ritrovati lo scorso agosto.