Come le case che vivono su impianti originali ai lati della strada che taglia il borgo (m 173) con vista sulla Torre del Gallo dell'antiquario Bardini e che sale ripida fino alla chiesa di Santa Margherita a Montici, edificata intorno al Mille ma consacrata nel 1240.Ville bellissime, ai lati della strada, cariche di vissuti che ancora sembrano riecheggiare per la via come quella del Il Gioiello, al n. 42, dove Galileo Galilei visse i giorni dell'esilio e quelli della morte (1642) o la Villa Ravà, al n.71, abitata da Francesco Guicciardini dal 1533.
Fino agli anni Settanta c'era il macellaio, il barbiere, il falegname e il carbonaio. La comunità era autonoma. Oggi, l'unica attività commerciale è il ristorante/alimentari Omero, punto di riferimento (e incontro) di una cucina toscana contemporanea e di stile, di viaggiatori e conoscitori di storia locale. E' proprio il signor Roberto, proprietario del ristorante dal 1979 a raccontare le storie legate a questa collina. E del senatore Giovanni Spadolini, mentre indica il suo tavolo in fondo alla sala a destra, che in cima ad un poggio di cipressi antichi (il Tondo dei cipressi) appena prima della chiesa di Santa Margherita a Montici, fece la sua casa dei libri, oggi sede della Fondazione Nuova Antologia e luogo "dell'età favolosa".
Dal borgo, a diritto verso lo slargo, a destra per via San Matteo in Arcetri e poi subito a sinistra per via San Michele a Monteripaldi per giungere dopo poco, all'omonima chiesa (dove sono stati riportati alla luce gli impianti medievali), attraverso una buona strada (piuttosto pianeggiante) e in linea con il paesaggio circostante di aperture fra i (consueti) cipressi e ulivi. Oppure, dal borgo fino in cima, quando via Pian dei Giullari diventa via Santa Margherita a Montici, per scendere dalla parte di via Benedetto Fortini.