Gli occhi illuminati. Naturalmente il copri-occhiaie che mitighi. La base che idrati. Il fondotinta che dia tono. Il lucidalabbra o il rossetto sfacciato, a seconda dell’indole. E, come diceva sempre Vittorio De Sica, "un niente d’ombretto. Senza non si va in scena".
Questo non è il beauty delle donne, qui si parla di trucco maschile, un business da 11,2 miliardi di euro annui, l’8% dell’intero mercato, rivoluzione copernicana in tema di costume e di percezione machista. Solo nel 2015 i prodotti del «grooming» maschile faranno registrare un ulteriore e sensibile aumento: più 24% di vendite, un’isola felice nella crisi economica.
Ma non è finita. Smalto su mani e piedi, ecco l’ultima tendenza che spopola tra i maschi dello showbiz. Da Cristiano Ronaldo a David Beckham, da Brad Pitt a Johnny Depp.
Abbiamo definito etimologia e significato del termine vintage, ma cosa significa dal punto di vista modaiolo e che differenza c'è tra vintage, usato e retrò?
Tra le prime cose
Fra le prime cose. Espressione equivalente a «innanzitutto, in primo luogo», usata per sottolineare l’importanza preminente di un fatto o di un motivo fra altri che si sta per enunciare: tu continuerai ad esercitare le tue mansioni in primis perché non c'è ancora il sostituto.
"Oggi per festeggiare il compleanno della mamma - racconta Pierino - siamo andati a mangiare al ristorante.
Il papà ha chiesto alla cameriera: "Ho una fame da lupo, che cosa posso mangiare?"
La cameriera simpatica e burlona gli ha consigliato di mangiare una pecora".
Pronuncia Francese: [vintàg(e)]. Pronuncia Inglese: [vèntec].
Il termine vintage deriva dal latino [vindemia] cioè vendemmia.