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Introversióne

Etimologia

Dall'inglese: introversion(pr.intouvèscen) coniato da C.G. Jung nel 1921. Lemma composto di "intro" + "vèrtere". Sostantivo.

Significato
  1. Atteggiamento psichico per il quale l'individuo concentra ogni interesse alla propria interiorità e soggettività, verso la propria persona e il proprio mondo interiore. Esame dei fatti della coscienza.
  2. Nel linguaggio mistico, rivolgimento del pensiero nell’interno della coscienza per contemplare in essa la presenza di Dio. 
  3. In psicologia, l’atteggiamento di chi regola il pensiero e il comportamento dirigendo l’interesse prevalentemente verso la propria persona e il proprio mondo interiore, estraniandosi quindi dalla realtà esterna e dal contatto con i proprî simili.
Verbi

Introvèrtere: racchiudersi nella propria interiorità e soggettività in un atteggiamento di rifiuto della realtà. Volgere in dentro.
Introvertìre: come introvertere.

Aggettivi

Introvertito: (in disuso) nel significato del verbo introvertere; anche participio passato.
Introverso: caratterizzato da introversione; ripiegato, rivolto in dentro, introflesso; persona che ha forte tendenza all’introversione, a chiudersi nel mondo dei sentimenti e della fantasia: un ragazzo itroverso, o di carattere introverso.

Sinonimi

Introspezione, riflessione, chiusura, inibizione.

Contrari

Affabilità, amabilità, bonarietà, comunicativa, cordialità, disponibilità, estroversione, giovialità, apertura, disinibizione.

 

Il papà ad Ambrogino

"Ambrogino, un bambino grande come te, ma è possibile che tu abbia paura di dormire da solo?"
"Papà, tu parli bene, ma intanto continui a dormire con la mamma..."

Curzio Rufo

(Historia Alexandri Magni, 8, 1,5)

Clausae sunt aures, obstrepente ira

Sono chiuse le orecchie quando ruggisce l'ira

(E' un espressione che corrisponde alla nostra: accecati dall'ira)

Alla mensa sottufficiali

Un maresciallo seduto al tavolo chiama il cameriere:
"Vorrei dei ravioli alla panna"
"Vado in cucina a vedere se ci sono..." risponde il cameriere, avviandosi verso la cucina e grattandosi vistosamente il sedere.
"Spiacente, maresciallo, ma i ravioli alla panna sono terminati"
"E va bene, portami allora una bella bistecca alla fiorentina"
"Vado a vedere se c'è..." e la scena si ripete col cameriere che continua a grattarsi vistosamente il sedere.
"Ancora più spiacente, maresciallo, ma le bistecche alla fiorentina non ci sono"
Il maresciallo, un po' seccato ma incuriosito dal continuo grattarsi del cameriere, gli domanda:
"Scusa, hai per caso le emorroidi?"
"Vado a vedere in cucina se ci sono..."

Seneca

(Epistulae morales ad Lucilium, 84, 1)

Alit lectio ungenium et studio fatigatum reficit

La lettura nutre la mente e la ristora quando è affaticata dallo studio

(L'espressione vuol dare la massima importanza alla lettura)

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