Una splendida ragazza entra nello studio di un giovane medico, è allarmata:
"Dottore, mi succede una cosa stranissima; ogni volta che mi spoglio, i miei seni si sollevano"
"Non so cosa dire, signorina, dovrei vedere con i miei occhi..."
"Subito, dottore" esclama la ragazza togliendosi la camicia e slacciando il reggiseno. Immediatamente le punte dei suoi seni si sollevano verso il soffitto:
"Allora, dottore?" incalza la fanciulla, dopo che il medico l'ha esaminata per qualche secondo:
"Non so proprio cosa dirle, è un fenomeno insolito; l'unica cosa che posso affermare con certezza è che questo innalzamento è contagioso..."
Francese - Pronuncia: naivté (oppure all'italiana naiveté). Dal termine Naif (Primitivo). Singolare femminile invariato.
Ingenuità, semplicità, schiettezza, candore, sia in senso positivo che negativo come ad esempio semplicioneria, dabbenaggine. Usato inizialmente in riferimento allo stile primitivo e ingenuo di artisti e scrittori.
Naiveté deriva dal termine Naif che a sua volta deriva dall'aggettivo latino nativus nel senso di "primitivo".
Il termine naif si usa principalmente in pittura non legata a una particolare scuola, ma ispirata a una rappresentazione della realtà semplice, ingenua, quasi primitiva e nel contempo emozionante, coinvolgente, colorata e piena di particolari.
La formica gli domanda:
- Cosa ti è successo?
- Fuori alla porta c'è un cartello con su scritto "per favore, pulirsi i piedi".
(1930 – vivente), giornalista e telecronista sportivo italiano
Dal latino: peculatus-us, participio passato del verbo "peculari" = truffare, amministrare in modo disonesto.
Appropriazione indebita di denaro o beni mobili appartenenti alla pubblica amministrazione da parte di un pubblico ufficiale o di un incaricato di un pubblico servizio che ne ha il possesso per ragione del suo ufficio.
Nel diritto penale italiano, è il reato previsto dall'art. 314 (Peculato) del codice penale.
(per estensione) Ogni uso illecito di denaro pubblico.
Furto di denaro pubblico, sottrazione di denaro pubblico.