E'immerso nei suoi profondi pensieri, quando ad un tratto vede sbucare una splendida ragazza da dietro un cespuglio. Ispirato da tale visione, decide di scriverle subito una poesia.
Non avendo però niente su cui scrivere, le si avvicina e le chiede:
"Mi scusi, non avrebbe mica un foglio di carta?"
Lei masticando una gomma:
"No guarda, me so' pulita co' 'na manciata de foje pur'io..."
Giapponese うま味, pronuncia: umàmì.
Il termine umami deriva da 旨み、旨味、うまみ = "gusto", "sapore", "assaggio".
Il gusto umami è uno dei sapori fondamentali (come l’amaro, il dolce, il salato e l’acido) per il quale viene preso a prototipo quello dell'hacho miso (semi di soia cotti e fermentati). Le papille gustative preposte alla sua rilevazione sono posizionate nella striscia centrale della lingua. Questo quinto gusto è stato trascurato fino al 1909 quando Kikunae Ikeda – professore presso l’Università Imperiale di Tokyo – lo identificò mentre beveva il brodo dashi (a base di alga kombu e bonito, il tonnetto essicato). Oggi sappiamo che è presente anche nella cucina italiana e sono parecchi gli alimenti che lo possiedono naturalmente: dal prosciutto stagionato al parmigiano, ai pomodori maturi, la colatura di alici e diversi tipi di funghi.
Il gusto umami lo trovate in tutto il mondo e questa mappa creata dall’Umami Information Center vi spiega perfettamente dove e in cosa.
On line trovate anche gli approfonditi studi di Tomaso Papi dove viene spiegato scientificamente come l’umami non sia un gusto immediatamente percepito. Diventa persistente in un secondo momento dopo la deglutizione, dai residui di saliva rimasti in bocca.
Attraverso le asperità alle stelle
La via che porta alle cose alte è piena di ostacoli ed insidie.
La nave è un simbolo ricco di significato, molto noto e diffuso nei popoli precristiani, per i quali è simbolo del viaggio della morte e dell’immortalità.
La barca nel pensiero egiziano è il veicolo degli dei. È l’attrezzo per avanzare e non ci sono mai rituali senza barca, immagine dell’autorità acquisita che permette di agire. È la dinamica della vita, del desiderio, della volontà di essere, di trasformarsi e controllare il proprio destino. Pagaiando, gli Egiziani mettevano in guardia dicendo: “se tu non fai nulla, nessuno farà nulla per te”, il viaggiatore nella sua barca è deciso ad andare altrove, sa soltanto che nessuno remerà per lui se non avanza in consapevolezza.
L’utilizzo di questo mezzo di trasporto si stima sia iniziato 6000 anni fa. Gli egizi, da sempre, si servirono del Nilo come la più agevole via di comunicazione. Le prime barche (5000-3500 a.C.) furono destinate alla navigazione fluviale e realizzate con piante di papiro. I fusti di questa pianta venivano legati strettamente a fasci con i quali si formava una grossa stuoia che veniva legata e curvata alle estremità che venivano poi rialzate. Anche le legature venivano fatte con corde di papiro.
Anche nella Chiesa Cattolica è la barca o nave uno dei simboli più importanti, perché essa simbolizza la Chiesa stessa, perché ricorda il modo con cui Cristo parlava spesso alla folla che si radunava attorno a lui. “Di nuovo si mise a insegnare lungo il mare. E si riunì attorno a lui una folla enorme, tanto che egli salì su una barca e lì restò seduto, stando in mare, mentre la folla era a terra lungo la riva.” (Mc 4,1).
Nei sogni la barca o nave in movimento è indice di un viaggio che stiamo percorrendo attraverso le nostre emozioni, le acque placide stanno a significare la tranquillità delle emozioni e dei sentimenti che stiamo vivendo. Invece la barca o nave nella tempesta che si lascia portare o che è sballottata bruscamente riflette la nostra predisposizione all’abbandono nei confronti della vita, oppure la resistenza e la volontà di controllo, e le avversità che colpiscono e che feriscono.
"Ricordati che ti ho dato il latte!"
"Ci risiamo - risponde risentito il figlio - dimmi una buona volta quanti litri me ne hai dato di questo latte così te lo pago e non ne parliamo più!"