Dal greco: satràpes = governatore persiano
Governatore di una provincia dell’antico impero persiano, con ampi poteri politici, amministrativi e militari.
Monarca di un paese orientale: Anzi nuocer parea molto più forte A re, a signori, a principi, a satràpi (Ariosto);
Mariterò le mie dolci sorelle Ai sàtrapi dell’Asia spaziosa (D’Annunzio).
Persona, investita di un certo potere, che ostenta e fa pesare la sua autorità, che esercita il suo ufficio con grande sussiego, dandosi un’importanza sproporzionata alla carica: certi sàtrapi dell’istruzione pubblica (Carducci); anche, persona che vive tra gli agi e le ricchezze: fare il satrapo.; condurre una vita da satrapo.
Il femminile satrapéssa indica, più che la moglie di un satrapo, una donna troppo autoritaria.
(nell'antica Persia) governatore.
(in senso figurato) tiranno, despota, prevaricatore, dittatore, soverchiatore, signorotto.
Dal latino: sedizio - zionis, composto di "sed" se, a parte, e "ire" andare. Sostantivo.
Sommossa violenta contro il potere costituito, tentativo di rovesciare i poteri dello stato, da più persone; rivolta. Storicamente con questo termine si identificavano tutte quelle manifestazioni popolari contro le precarie condizioni di vita, oppressione da parte di governi troppo duri, tasse troppo onerose.
Sedizioso: che costituisce sedizione: adunata sediziosa; moti sediziosi; eccitamento a sovvertire le istituzioni che sia in concreto idoneo a produrre un evento pericoloso per l’ordine pubblico; (Manzoni) una giovine la quale aveva potuto promettersi a un poco di buono, a un sedizioso, a uno scampaforca in somma, qualche magagna, qualche pecca nascosta la doveva avere.
Sediziosaménte: in modo sedizioso, con intenti sediziosi; radunarsi sediziosamente.
Insurrezione, moto, ribellione, rivolgimento, rivoluzione, sollevamento, sollevazione, sommossa, tumulto.
Ammutinamento, disobbedienza, insubordinazione.
Contestazione, dissenso, opposizione.
Calma, normalità, ordine.
Disciplina, obbedienza.
Acclamazione, approvazione, consenso.
Orazio e Pepe sono due giovani siciliani.
Diventati maggiorenni, il papà di Orazio regala al figlio un magnifico Rolex, quello di Pepe, invece, una Beretta calibro 22.
Il giorno successivo i due ragazzi si mostrano a vicenda i regali; ognuno dei due apprezza il regalo dell'altro più del proprio e così decidono di scambiarseli.
La sera il papà di Pepe nota ilRolex al braccio del figlio e:
"Dove minchia hai preso quell'orologio?"
"Sai papà, - risponde il ragazzo - Orazio l'ha avuto in regalo e me l'ha dato in cambio della mia pistola"
"Che minchia hai combinato, deficiente?Sei diventato scimunito?"
"Perché ti arrabbi tanto, papà? In fondo nel cambio ci ho guadagnato!"
E il padre:"Mettiamo che un domani ti sposi e mettiamo che una sera torni a casa e trovi tua moglie a letto con un altro uomo. Tu cosa fai? Guardi l'orologio e dici: quanto tempo pensi di trattenerti ancora?"
(Laveno [VA] 14 luglio 1940)
Milanese d'adozione, A Milano deve quasi tutto: oltre alla possibilità di esordire come cabarettista, nella città lombarda ha conosciuto tutti i suoi maggiori collaboratori e, sempre a Milano (quasi in segno di riconoscimento), ha girato innumerevoli suoi film, creando una serie di situazioni ambientate nella metropoli rimaste memorabili.