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Coatto

Etimologia

Dal latino: coactus, derivato del verbo "cogĕre" costringere, participio passato, composto di "cum" con, e "àgere" spingere. Aggettivo.

Significato
  1. Forzato, obbligatorio, costretto, detto di persona. Liquidazione coatta amministrativa.
  2. Imposto per forza o con provvedimento dell’autorità: domicilio coatto, un tempo provvedimento di polizia consistente nell’obbligo a risiedere in un dato luogo, ora abrogato e sostituito dal soggiorno obbligato, o obbligo di soggiorno, in un determinato luogo; vendita coatta, la vendita all'incanto imposta dal giudice nell’esecuzione forzata.
  3. Termine gergale regionale del dialetto romanesco, con uso scherzoso e talvolta spregiativo, per indicare un individuo rozzo, arrogante, dalla parlata volgare e dall’abbigliamento privo di gusto, che vive nelle zone periferiche, suburbane, nelle borgate. Sinonimo: bullo. Termine divenuto oramai di pubblico dominio, ha corrispondenza con il dialettale meridionale tamarro, il campano guappo, il pugliese cozzalo, il siciliano occidentale tascio ed orientale torpo, il sardo gaggio.. 
Aggettivo

Coattivo: che obbliga, costringe a forza o con minaccia di pena: mezzi, modi coattivi. Imposto per legge: acquedotto coattivo, passaggio coattivo.

Avverbio

Coattivaménte: con la coazione o con l’imposizione obbligatoria, quindi non liberamente: ottenere coattivamente una prescrizione.

Sinonimi

Forzato, forzoso, obbligato, obbligatorio, imposto.
(romanesco)Carcerato, detenuto, galeotto, recluso.

Contrari

Libero, volontario, spontaneo, facoltativo.

Orazio

(Satire, 1,3,68)

Nam vitiis nemo sine nascitur

Nessuno nasce senza vizi

(Invito implicito ad essere comprensivi verso gli altri perché tutti chi più chi meno abbiamo dei difetti)

In stazione

Il capostazione si avvicina a un signore in attesa sul marciapiede:
"E’ inutile che perda tempo, signore. Il treno delle otto e quaranta per Genova non ferma più qui"
"Hanno cambiato l’orario?"
"No, ma da quando al macchista ho prestato duecento euro tira sempre dritto…"

Soddisfazioni particolari

Passando davanti ad un negozio di scarpe in via Roma a Torino, un impiegato ne adocchia un paio veramente bello. 
Bello anche il prezzo: 500€.
Entra quindi nel negozio per comprare le scarpe, ma pur sconsigliato dal commesso, le prende con un numero in meno del suo piede. 
L'indomani il commesso lo vede passare e sembrava uno storpio.
Il giorno successivo il commesso si impietosisce e si offre di cambiargliele.
Il giorno seguente, ancora peggio ed il commesso lo apostrofa nuovamente per sostituire le scarpe, ma l'impiegato rifiuta e spiega al commesso:
"Senta, lei è molto gentile, ma io che dovrei fare? Mia moglie e mia figlia fanno le prostitute, mio figlio é un drogato perso; l'unica soddisfazione che ho nella mia vita, quando rientro a casa, è togliermi le scarpe"

Cicerone

(Orator, 43, 147)

Vertat artem pudere proloqui quam factites

Non bisogna vergognarsi di parlare del mestiere che si fa

(Non c'è motivo di vergognarsi del mestiere che si esercita, se fatto onestamente, perché anche il più umile ha la sua importanza nel contesto sociale)

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