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Castronerie

Figli di mamma
Ricordatevi che vostra madre era una donna! (Michel Morphy)


La moltiplicazione delle braccia

L'amministrazione penitenziaria dispone, con i suoi quindicimila forzati, di trentamila paia di braccia
(Pierre Mille)


Risveglio amaro

Quando si svegliò era cadavere.


Un signor cappello

Il suo cappello cenciato, bucato, coperto di fango, non aveva più forma umana.


Senza esagerare

I giovani possono battere il tamburo, ma a condizione, beninteso, di non far rumore. (Un sindaco)


Strana anatomia

Vi parlo attraverso la bocca, con la lingua del mio cuore. (Un deputato)


Sfumatura

Adesso non ve lo chiede il giudice, ma il galantuomo.


In famiglia

Vivo con mia madre vedova e mio padre che è morto.


Relatività

Da qualche tempo si notano delle lacune nella sua ignoranza.

occhi piccoli grande naso schiacciato barba e baffi sorride sempre

Luigi Proietti, detto Gigi

(Roma, 2 novembre 1940)
Attore, comico, regista, cantante, doppiatore e direttore del doppiaggio italiano.

Aforismi di Gigi Proietti

  • Figlio di puttana! - Ah, ah, lassa perde pora mamma.
  • Vivi lascia vivere ma soprattutto... nun te fa pijà per culo.
  • La televisione è un apparecchio che ha trasformato la cerchia famigliare in un semicerchio.
  • Durante una farsa si ride con le lacrime agli occhi. Finita la farsa, le risate finiscono e rimangono solo le lacrime agli occhi.
  • Mi diverto e mi pagano pure. È una pacchia.
  • Buongiorno, lei è il proprietario? Sì! Eh senta, io ho mangiato nel suo ristorante, bene. Adesso, se io je dico che non c’ho ‘na lira per pagà il conto, lei che fa? Io te do subito otto calci sulle palle! Caro, eh! Molto caro, perché qua dietro, alla trattoria “Da Romoletto”, con tre calci nelle palle, io magno primo, secondo, contorno, dessert, bignè, frappè, bocconotti, frutta a piacere, caffè con schizzo, ammazzacaffè, pane e coperto!
  • [Sulle accuse di ripetitività, rivoltegli da alcuni critici] A volte lo spettatore meno avvertito è proprio il critico. Nel '76 con "A me gli occhi, please" ho inventato un nuovo modo di stare in scena, quello con la cassa piena di oggetti. Da allora ho fatto numerosi spettacoli, ma quello è rimasto il mio modo di stare in scena. Il repertorio è cambiato. [...] Ma bisogna ricordarsi che il teatro non è la tv. In tv ogni settimana devi dire cose diverse perché il pubblico è lo stesso. In teatro ogni sera il pubblico cambia ed è il testo a rimanere lo stesso. Sennò pure Petrolini avrebbe dovuto smettere di fare Gastone. (dall'intervista a TV Sorrisi e Canzoni, 30 ottobre 2003)
  • Non è riuscita a capire che è diventata una metropoli, non ce la fa proprio. Basta andare un giorno in una qualsiasi grande città europea per accorgersene. Anche se non potrei vivere un sampietrino più in là, io Roma non la riconosco più. È diventata brutta, scomposta, estranea a se stessa. Non è più un'unità, ma è una somma di almeno sette città con anime diverse. Periferie che non si conoscono l'una con l'altra.
  • Non sono stati i mass media a far resuscitare il mito Battisti. Ma il suo mito a far risuscitare i mass media. (citato in Andrea Laffranchi e Carlo Vulpio, Concerti e inediti tv per ricordare Battisti, Corriere della sera, 8 settembre 2000)
  • Per anni sono stato un ospite abituale di Taormina, soprattuto al Teatro Greco. Ultimamente mi muovo meno da Roma, ma quando facevo le tourneé vere e proprie, la Sicilia era una tappa immancabile. È un’isola fantastica, è banale dirlo, ma è il primo pensiero che mi viene in mente. Insieme all’estrema varietà di cibi e di vino che sa offrire.
  • Ringraziamo Iddio, noi attori, che abbiamo il privilegio di poter continuare i nostri giochi d'infanzia fino alla morte, che nel teatro si replica tutte le sere. (citato in Dizionario degli attori: Gli attori del nostro tempo, a cura di Gabriele Rifilato, Rai-Eri, 2005, Roma. ISBN 8839712895)
  • Sa perché noi italiani abbiamo spesso tollerato la burocrazia e i suoi misfatti? [...] Perché la burocrazia era la mamma, il ventre molle e accogliente nel quale sparire e riemergere il 27 di ogni mese. Tra coloro che ce l'avevano fatta c'era la granitica convinzione che ogni cosa che accadesse fuori non li riguardava.

Impellenze

Un tale al cinema, durante la proiezione del film, si avvicina con discrezione alla maschera e le sussurra in un orecchio:
"Scusi dov'è la toilette?"
"Dall'altra parte..."
Il tale si avvicina all'altro orecchio della maschera:
"Scusi dov'è la toilette?

Analgèsico

Etimologia

Dal greco: anàlgos,composto di "an" non e "àlgos"dolore. Aggettivo e sostantivo.

Significato

Il farmaco analgesico o antalgico è un medicamento che si utilizza per lenire il dolore riducendolo, senza però intervenire sulle cause che l'hanno provocato.
La terapia del dolore classifica abitualmente le diverse classi di farmaci analgesici disponibili secondo tre livelli crescenti: i dolori non più trattabili, possono essere gestiti "scalando" verso l'alto il tipo di farmaco usato. Al modificarsi dei livelli si modificano però le controindicazioni e gli effetti collaterali.

Sostantivo

Analgesìa: riduzione o soppressione della sensibilità al dolore.

Sinonimi

Antidolorifico, calmante, tranquillante, sedativo, antispasmodico, antispastico, antalgico.

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