Il Nunc dimittis è un cantico contenuto nel secondo capitolo del Vangelo secondo Luca con il quale Simeone chiede congedo a Dio perché ha potuto vedere il Cristo. Per questo è conosciuto anche come Cantico di Simeone. Il suo nome deriva dalle prime parole della traduzione latina Nunc dimittis servum tuum, Domine.
Latino |
Italiano |
Nunc dimittis servum tuum, Domine,* secundum verbum tuum in pace: |
Ora lascia, o Signore, che il tuo servo* vada in pace secondo la tua parola, |
Quia viderunt oculi mei salutare tuum* Quod parasti ante faciem omnium populorum: |
perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza,* preparata da te davanti a tutti i popoli, |
Lumen ad revelationem gentium,* et gloriam plebis tuae Israel. |
luce per illuminare le genti* e gloria del tuo popolo, Israele. |
Verbo
Dal latino arridēre; ăd ridēre = "ridere".
Di chi subisce: arriso dalla fortuna.
Favorire, agevolare, facilitare, assistere, aiutare, appoggiare, avvantaggiare.
Contrastare, ostacolare, impedire, intralciare, opporsi, avversare, osteggiare, boicottare.
Francese, pronuncia: degjà vù.
Il termine fu coniato ne «L'Avenir des sciences psychiques» dall'autore Émile Boirac, revisione di un saggio che scrisse da studente all'Università di Chicago. La locuzione déjà vu significa letteralmente "già visto".
Sulla propria spalla muove con abilità un piccolo pupazzo di drago e grazie a lui fa un sacco di battute sui nani.
Dal pubblico uno di loro si avvicina: "Basta ora !!! Non se ne può più di questo prenderci continuamente in giro per la nostra intelligenza !!! Ritira subito quello che hai detto o te lo farò rimangiare a colpi di ascia !!!"
Allora l'Elfo: "Oh cielo io non..." ma viene interrotto
"Non parlo a te orecchielunghe, parlo al mostriciattolo che hai sulla spalla !!!"