Ogni giorno purtroppo vengono denunciati atti di violenza familiare in concomitanza con casi di separazione o di affidamento del figlio a uno dei due coniugi, portando in certi casi a conseguenze estreme. Spesso però le cose nascono da molto prima, semplicemente con il divorzio peggiorano.
Esistono diversi tipi di Mobbing familiare. Quello coniugale consiste in attacchi e accuse, svolte in modalità sistematiche nei confronti del proprio partner, cercando di colpirlo nelle sue parti più deboli. Per riconoscerlo dovranno essere presenti ad esempio tentativi di sminuire il suo ruolo nell'ambito familiare, continue provocazioni anche senza motivo, pressioni affinché il coniuge lasci il tetto coniugale o la gestione economica nelle mani del mobber, ma anche imposizioni della propria persona in tutte le sfere della normale vita quotidiana, che si trasforma in una gara perenne.
Il Mobbing familiare vero e proprio invece si attua solitamente dopo un divorzio o un allontanamento del coniuge, e rispetto al primo, si differenzia notevolmente, poiché oltre alle prevaricazioni sulla singola persona, vengono coinvolti anche i figli. Si potranno ritrovare facilmente delle modalità comportamentali quali prese di posizione per delegittimare il partner con il fine di sminuirlo agli occhi del figlio, così come veri e propri "sabotaggi" atti ad impedirne la frequentazione, spesso associando minacce.
Lo scopo di queste pratiche è ottenere una sorta di rivendicazione interrompendo in via permanente il legame tra il figlio e la parte lesa, facendolo magari subdolamente ad arrivare alla decisione di optare per una separazione consensuale, pur di chiudere una volta per tutte le dinamiche estenuanti e fortemente conflittuali alle quali è esposto continuamente, uscendo di conseguenza da uno stato di tensione e pressione perenne.
Come per gli altri tipi di Mobbing, anche quello familiare, specie se perpetuato per lunghi periodi, può portare a danni nella sfera psicofisica della persona, che possono sfociare in una seria sindrome ansioso-depressiva o in un disturbo post-traumatico da stress, con i sintomi caratteristici di angoscia, senso di inefficacia, diminuzione dell'autostima, disturbi a livello gastrointestinale, del sonno e sessuali, che non di rado diventano così limitanti da richiedere un intervento farmacologico e psicoterapico specifico. Tutto questo senza pensare alle conseguenze sui figli.
La violenza domestica va declinata nei suoi vari aspetti, perché molto spesso chi la subisce fa fatica a riconoscerla. Quando si ripete ciclicamente nel tempo assume le connotazioni del maltrattamento. In questa parola sono racchiusi i seguenti tipi di violenza:
- violenza sessuale (stupro, tentato stupro, molestie);
- violenza fisica, (botte, ferite, omicidio);
- violenza psicologica e verbale (minacce, ricatti, denigrazioni, svalutazioni);
- violenza economica (privazione di fondi e risorse).
La violenza domestica è strettamente correlata allo sviluppo di un Disturbo Post Traumatico da Stress in chi la subisce.
Uscire da situazioni di violenza è molto complesso, anche perché gran parte delle energie sono coinvolte nel tentativo di far fronte all'emergenza quotidiana e la sensazione diffusa è che non ci sia alcuna possibilità che le cose cambino e che se esiste il problema è anche colpa propria.
NON È VERO!
Ci sono molte possibilità e molte persone che possono aiutare una persona a uscire da questo problema
Cosa Fare contro la violenza domestica:
- Fare spazio alla certezza che si è una vittima e non una colpevole;
- Cercare un sostegno psicologico;
- Rivolgersi ai centri antiviolenza.
Continua a leggere per i dettagli...