Sono oltre 38mila le segnalazioni con un incremento del 23% rispetto allo stesso periodo del 2013. Secondo quanto si legge nel rapporto 2013 l'importo complessivo segnalato lo scorso anno è di 84 miliardi di euro. L'85% delle segnalazioni arrivano dalle banche, il 4% dai Professionisti, praticamente nessuna dalla Pubblica Amministrazione, fatta eccezione, precisa il rapporto, «per qualche positivo segnale di sensibilità tra le amministrazioni locali». Stupiscono tutti e tre queste percentuali.
Nel 2013 sono state valutate in tale prospettiva oltre 300 segnalazioni e sono stati adottati 64 provvedimenti per un importo complessivo di 62 milioni di euro. Per la UIF l'Italia deve contrastare una zona grigia di operatori disponibili a rendersi strumento del riciclaggio ed occorre una scelta di campo.
C'è poi un passaggio molto interessante del rapporto laddove si sottolinea che il volume di transazioni al dettaglio regolate in contante in Italia è molto superiore alla media Ue e questo «amplifica la minaccia che proventi illeciti siano inseriti nel circuito economico». In particolare, la Uif evidenzia che l'operatività in contante "sospetta" si concentra, con alcune eccezioni, «nelle regioni del Sud a più elevata infiltrazione criminale: punti di attenzione si individuano, però, in alcune specifiche aree del centro e del nord-ovest, tra cui province in prossimità delle zone di confine, in particolare con paesi considerati a fiscalità privilegiata».
Rispetto a quest'ultimo tassello, si osserva poi che i centri finanziari off-shore «assorbono una quota di tutto rilievo dei flussi finanziari internazionali del nostro paese». Un numero su tutti: questi Paesi attraggono un volume finanziario più elevato di oltre il 30% rispetto a quanto giustificato dai fondamentali economici e socio-demografici.