Subire una trasfusione nei secoli passati, voleva dire, nel 90% dei casi, andare incontro a morte certa. Nessun medico sapeva darsi una spiegazione del perché questo sistema non funzionasse, tranne in rarissime eccezioni.
A fare chiarezza fu un biologo austriaco, Karl Landsteiner, che nel dicembre del 1900 (124 anni fa) scoprì che a distinguere i tipi di sangue era la capacità di agglomerare i globuli rossi; di qui la classificazione in quattro gruppi sanguigni umani: A, B, AB e 0.
La straordinaria scoperta gli valse, nel 1930, il premio Nobel per la medicina e la fisiologia. Più tardi, in collaborazione con il medico americano Alexander Wiener, individuò nel sangue un antigene, di carattere ereditario, chiamato fattore Rh o "fattore Rhesus". Il gruppo sanguigno che lo conteneva venne denominato "Rh positivo", in caso di assenza "Rh negativo".